Cardinale di origini abruzzesi coinvolto in un party gay-droga. Smentita via Twitter dal Vaticano. Notizia diffusa da sito americano

Cardinale di origini abruzzesi coinvolto in un party gay-droga. Smentita via Twitter dal Vaticano. Notizia diffusa da sito americano

(wn24)-Redazione – Francesco Coccopalmerio,Cardinale di origini abruzzesi, già presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi e stretto collaboratore di Papa Francesco, oggi 80enne in pensione, “era presente al party omosessuale a base di droga in cui ha fatto irruzione la polizia vaticana nell’estate del 2017 e in cui è stato arrestato il segretario del Papa, monsignor Luigi Capozzi”.

La notizia dello “scandalo in Vaticano” è stata diffusa dal sito on-line americano LifeSiteNews (https://www.lifesitenews.com/news/source-vatican-cardinal-was-at-drug-fueled-homosexual-party-and-pope-knows).

Alcuni siti italiani hanno ripreso la notizia, che si è diffusa velocemente sui social, tanto che poche ore dopo è arrivata la smentita su Twitter da parte del cardinale Angelo Becciu, all’epoca dei fatti responsabile dell’ordine pubblico in Vaticano: “La notizia è priva di fondamento. Fui io ad informare dell’arresto del sacerdote il cardinale Coccopalmerio a fine giornata – ha scritto il porporato nel tweet – non avendolo trovato, per un disguido, il mattino. Il prete non fu arrestato durante un fantomatico party, ma nel cortile della casa”, ha precisato il cardinale.

L’attacco al cardinale Coccopalmerio, che ha aperto la Porta Santa della Basilica di Collemaggio durante la Perdonanza celestiniana del 2012, da sempre legato all’Abruzzo e in particolare al comune aquilano di Scontrone, luogo di origine del padre Alberto, è arrivato proprio mentre il porporato si trovava ad Astana, capitale del Kazakistan, per guidare la rappresentanza della Chiesa Cattolica al Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali.

Coccopalmerio, tra l’altro, è entrato in conclave tra i papabili, ma alla fine ha deciso di convogliare i suoi voti su Bergoglio. Nell’ambiente ecclesiastico ritengono che l’attacco sia dovuto al fatto che fa parte del novero dei collaboratori più stretti del papa e che l’alto prelato stia vagliando la possibilità di querelare chi ha diffuso la notizia.

Tutto è iniziato due giorni fa con la pubblicazione della notizia da LifeSiteNews il 10 ottobre scorso: “Il cardinale Francesco Coccopalmerio, uno stretto collaboratore di Papa Francesco, era presente al party omosessuale a base di droga in cui ha fatto irruzione la polizia vaticana nell’estate del 2017 e in cui è stato arrestato il suo segretario, monsignor Luigi Capozzi. Una fonte vaticana piazzata ad alto livello con conoscenza diretta, che deve restare anonima per timore di rappresaglie, dice a LifeSiteNews che il Papa stesso è al corrente della presenza di Coccopalmerio al party”, scrive la testata americana.

Il party, secondo quanto riportato, “ha avuto luogo in un appartamento del palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede”.

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