Omicidio Rea.Si scava nella vita di Parolisi, forse una pista della droga

alt

Teramo -I Giudici di Teramo, non credono più di tanto che chi armò la mano dell’assassino di Melania Rea abbia agito per motivi passionali.

Si tornerebbe, quasi indietro nelle indagini, per capire meglio come fosse organizzata la vita di Salvatore Parolisi, ancora l’unico accusato di omicidio volontario e vilipendio di cadavere e tutt’ora rinchiuso nel carcere di Teramo, sopratutto gli inquirenti tornano alla vecchia ipotesi .”Melania, attraverso il  lavoro di caporalmaggiore-istruttore nella caserma  di Ascoli Piceno, avrebbe saputo qualcosa che, probabilmente, non doveva venire a conoscenza”. La donna, secondo un’ipotesi investigativa, aveva avvertito il marito,non solo della paura di quel “fatto”, ma avrebbe anche minacciato di rivelare a terze persone quello di cui era a conoscenza senza volerlo. Questo, in sintesi, potrebbe essere accaduto, almeno interpretando le nuove mosse degli inquirenti e che, poi, avrebbe spinto ad armare l’assassino di Melania.Notizie dell’ultima ora parlano di una pista della droga che, forse, potrebbe interessare certi ambienti nella Caserma militare di Ascoli Piceno.

Condividi