Omicidio Rea. Salvatore Parolisi non risponde neppure ai Giudici di Teramo, spuntano i riti satanici

alt

Teramo.Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore in carcere accusato di omicidio della moglie Melania, fa scena muta anche davanti al Gip di Teramo, Giovanni Cirillo, in occasione dell’interrogatorio di garanzia, che si è svolto questa mattina nel carcere Castrogno di Teramo.

Parolisi, dunque, si è avvalso della facoltà di non rispondere, anche se, probabilmente, frutto di una strategia difensiva messa su dai due legali di fiducia del militare, Biscottti e Gentile. Dopo i Giudici di Ascoli Piceno, anche per quelli di Teramo, Salvatore decide di non parlare, di restare in silenzio davanti alle contestazioni di omicidio aggravato dal rapporto di parentela , vilipendio di cadavere e minorata difesa. Sopratutto il Caporalmaggiore delude ancora una volta la famiglia Rea che aspetta ancora di sapere, perché la povera Melania è stata uccisa così brutalmente. La strategia difensiva, almeno dopo le indiscrezioni che gli inquirenti stanno aprendo nuovo strade nelle indagini, sembra essere quella di chiusura, almeno per adesso, verso rivelazioni che potrebbero contribuire ad aprire un varco verso la verità di un omicidio che sta interessando l’opinione pubblica italiana e non solo.

Intanto, dalle le indagini della Procura di Teramo, emergono nuove indiscrezioni riferite alla vita  di Parolisi e, in particolare, quello che accadeva nella caserma militare dove lui presta servizio. In queste ore rimbalzano notizie, secondo le quali, Parolisi avrebbe ricevuto dai superiori militari un provvedimento disciplinare a causa di presunti “riti satanici”, in cui lui, insieme ad altri militari, sarebbe stato protagonista con riti di iniziazione nei confronti delel soldatesse-reclute. 

CATEGORIES
Share This