Dedicato a Mimmo e Stefania. Ricordi profondi, veri e incancellabili di circa quaranta anni fa…..
Roiano di Campli (TE) – La vita è come un fiume: scorre piano, veloce, si asciuga, poi diventa impetuoso, poi ritorna calmo. Insomma, assomiglia molto al trascorrere della vita, bella, brutta, capricciosa, faticosa, inutile, soccombente, stratosferica. Noi ci siamo rivisti dopo circa quaranta anni da quel periodo, diciamolo pure, bellissimo, irripetibile, incancellabile. Ci siamo scrutati, avvicinati, studiati, derisi, in senso buona naturalmente, alla fine tutti avevamo il cuore in gola e una goccia vicino alla punta dell’occhio sinistro. Non lo ammetteremo mai tutto quello che sto scrivendo:”Ehi, il Faraone quando è diventato lagnoso”. No o forse, non sò , sarà l’età ma io sono emozionato, ero emozionato ed ho aspettato tanto tempo, perché sapevo che il giorno che scrivevo questo pezzo, mi attanagliava subito dopo la tristezza, sopratutto per Mimmo e Stefania che non ci sono più: ma come si fa, Stefania giovanissima e Mimmo il “nostro” poliziotto: chi aveva bisogno lui diceva ” Non so perché, ma voi della mia classe , per me siete come fratelli”. Un attimo di debolezza? no. Adesso vi racconto un episodio: anno 2004, dovevo partire per Toronto, Canada, con gli studenti del Liceo Saffo. Partenza prevista mercoledì 10 maggio 2004. La Domenica prima, quando sentivo già l’odore della partenza, mi accorgo che il passaporto scadeva dopo sette giorni, quindi stavo già in Canada con passaporto scaduto e tutti i casini del caso. Cosa faccio secondo Voi: telefono al “nostro” poliziotto e lui mi dice solo alcune cose: lunedì porta il passaporto vecchio e quattro foto, ti aspetto all’ingresso della Questura in mattinata.Il giorno stabilito, permesso a scuola, scocciature varie erano le ore 12.00 e ancora stavo a Cologna Spiaggia, Telefono e lui: non ti preoccupare “combà staà tutt parlat,nenz mov nsciun, stai tranquillo”. In effetti arrivai a Teramo uffici già chiusi però, tre persone nell’ufficio passaporti che mi aspettavano, facemmo tutto e poi pranzo al Ristorante Cantinone di Teramo insieme a due colleghi di Domenico. Questo era Mimmo, per non tediarvi con altri racconti con lo stesso filone. Ritrovarsi papà, nonni, zii, ecc . ecc., certo fa capire che il tempo è passato,anche se mi ha colpito molto le parole di Massimo “Er Romano” de Siena: “Mi sento come un ragazzino di 19 anni”. Bello, come è stato bello sentire Faustino e non Agostino, quando mi raccontava la sua passione per la terra, la montagna, gli animali, la neve. Bello. Come è stato bello rivedere la Maria Pia e dirgli qualcosa di importante di circa quaranta anni fà, prima Torino e poi a Roiano, nella splendida casa di Faustino (San Francesco al posto del bollo e San Gabriele al posto dell’assicurazione).
Claudio il mio “fratello” di anni di vita trascorsi nella stessa casa. Mi ricordo, adesso, la mamma di Mario quando mi faceva il pane con la salsiccia ” giuvanò tu vi da Roset, a dà magnà”. “Fratelli miei” sono stanco di scrivere, ma ci sarà un seguito quando mai ve lo aspettate…………………………….nessuno pensi: ” a me n ma dtt nind”. un abbraccio forte a tutti…………………… che ne dite verso la fine di giugno ……………………… 
