Crisi alla Italcementi: gli operai bloccano la Tiburtina per 3 ore. Traffico in tilt

italcementi_vibo(wn24)-Scafa(PE) –  Chiusura irrevocabile per la Italcementi di Scafa: gli operai sono scesi in strada e i 64 operai  hanno bloccato la tiburtina, creando disagi al traffico per tre ore
La protesta, questa mattina a Scafa, dopo l’annuncio della proprietà del cementificio di chiudere lo stabilimento dal 31 gennaio 2014. I 64 dipendenti si sono ritrovati questa mattina davanti ai cancelli della fabbrica, per spostarsi poi in strada a ribadire la contrarietà alla politica intrapresa dall’azienda, confermata ieri nel corso di un incontro che si è svolto nella sede di Confindustria, a Pescara. “Noi chiediamo – dice Gianni Panza della Uil, presente alla manifestazione con i lavoratori – che la Italcementi mantenga in essere il piano di ristrutturazione e riorganizzazione che prevedeva la cassa integrazione fino al gennaio 2015 per il 50% degli addetti, senza tornare indietro. Nel frattempo, l’azienda puo’ anche elaborare e presentare un progetto per mettere a disposizione di altri soggetti imprenditoriali il sito, per favorirne la riconversione.

Non accettiamo cioè”, conclude Panza, “l’ipotesi di chiusura e chiediamo garanzie per i lavoratori nel caso in cui, dal 2015, si dovesse puntare alla riconversione”. Un’altra manifestazione di protesta è stata già annunciata per giovedì

“La decisione dell’Italcementi Group di interrompere la produzione del cementificio di Scafa entro il 31 gennaio 2014 è purtroppo irrevocabile”, dichiarano il capogruppo Pd alla Provincia di Pescara, Antonio Di Marco e il consigliere Andrea Di Meo, che ieri erano presenti al vertice in Confindustria e oggi erano in strada al fianco dei lavoratori. “Dopo l’incontro con i massimi vertici dell’azienda”, spiegano i due consiglieri provinciali, “è emersa la loro totale indisponibilità, nonostante gli avessimo presentato molte proposte, fra cui la proroga della cassa integrazione di un anno e incentivi pubblici. Un dramma infinito, dunque, che coinvolgerà circa 100 famiglie e che causerà una perdita massiccia di posti di lavoro nella Val Pescara. A questo punto lanciamo un appello ai parlamentari abruzzesi e al governo, affinché comprendano che la crisi economica che sta investendo l’Italia, in Abruzzo e a Pescara ha ripercussioni ancora più pesanti in termini occupazionali. Inoltre, convocheremo nei prossimi giorni l’intero bacino minerario, in virtù del fatto che l’Italcementi negli ultimi 150 anni ha sempre potuto godere della disponibilità dei Comuni del pescarese e oggi, senza alcun dubbio, decide di abbandonarli e di abbandonare i suoi lavoratori. La decisione dell’azienda va bloccata, anche con azioni legali. L’Italcementi non andrà via senza aver prima ripagato il territorio”.

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