Riforma Sanitaria al centro di polemiche tra CGIL e Regione Marche

20130216_salesi(wn24)-Ancona – “Le decisioni adottate in questi mesi dalla Regione sulla sanità, da quelle relative ai piccoli ospedali alle reti cliniche, non sono una riforma e non possono essere il punto d’approdo di un percorso”. Roberto Ghiselli, segretario generale Cgil Marche, non lascia dubbi, circa il disaccordo sulla riforma della sanità nelle Marche
Al di la del merito, continua Ghiselli, “… rispetto al quale come organizzazioni sindacali confederali abbiamo espresso diverse riserve, le scelte programmate rappresentano al massimo il tentativo di razionalizzare il sistema liberando risorse ma di riforma si potrà parlare solo nel momento in cui la Regione saprà dare risposte ai problemi veri della sanità “. Problemi, insiste il segretario, “…che sono rappresentati da un insostenibile allungamento delle liste di attesa, da un costo eccessivo dei servizi a carico dei cittadini ed dal ricorso crescente ai servizi privati, dalla costante carenza di risorse per sostenere i bisogni crescenti”. Questi ultimi sono costituiti dai servizi socio-sanitari territoriali, residenziali e domiciliari (rivolti in particolare verso le fasce più fragili della popolazione),  dalla prevenzione e dalla creazione di una rete di servizi primari diffusi nella regione attraverso le Case della Salute. “Tutte questioni – osserva Ghiselli –  sulle quali è necessario  investire le risorse che si dovrebbero liberare attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera. Su tali problematiche, ci aspettiamo ancora  risposte ed impegni concreti dalla Regione, a partire dalla prossima riunione prevista per il 16 settembre. Solo a quel punto, con il rafforzamento dei servizi che più coinvolgono la popolazione, si potrà parlare di riforma e non di una mera politica dei tagli”.
“Se poi qualcuno – conclude – pensasse di utilizzare i fondi della sanità per tamponare altre esigenze, commetterebbe un grave errore e troverebbe il sindacato, ma non solo, a contrastare questa prospettiva”.
Ricordiamo a proposito del riordino delle reti cliniche quello che aveva dichiarato l’Assessore Regionale alla Sanità Mezzolani “…quello delle reti cliniche è l’ultimo tassello, il più importante, di un processo di riforma che ha già riguardato la riconversione dei piccoli ospedali, le reti dell’emergenza e il settore sociosanitario – ha affermato Mezzolani – Vogliamo migliore la qualità delle prestazioni per fornire maggiore sicurezza ai cittadini. Questo all’interno di un ineludibile equilibrio finanziario (visti i pesanti tagli nazionali) necessario per completare il riordino, mantenendo ai vertici nazionali la sanità marchigiana e scongiurando forme di commissariamento”. Mezzolani ha poi ripercorso le tappe seguite: “Abbiamo coinvolto i territori e le parti sociali sui criteri e sui principi della riforma che derivano dalle disposizioni nazionali. C’è stata condivisione e ora, inevitabilmente emergono quei timori che sorgono quando si passa alla fase attuativa. Stiamo soffrendo il passaggio di transizione profonda tra l’esistente e il nuovo. Una transizione che continuerà a procedere con la necessaria condivisione, consapevoli che se fosse avvenuta in tempi normali l’impatto sarebbe stato percepito diversamente: i tagli nazionali (meno 188 milioni nel biennio in corso) mettono necessariamente in sofferenza tutto il sistema”.
Paolo Galassi ha illustrati criteri che hanno ispirato la riorganizzazione delle reti cliniche (77 processi analizzati per 44 tipologie di attività). “Abbiamo introdotto criteri di massima oggettività nelle scelte operate per riformare la sanità e far crescere la qualità. Come le Marche, stanno lavorando le regioni all’avanguardia del Centro Nord: saremo tra le prime a realizzare le reti cliniche.
 
 
 

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