Appello nel processo Parolisi. Il PG Como : “Ho chiesto la conferma dell’ergastolo”

Anche in relazione all’altro nodo, ovvero la presenza di Parolisi a Colle San Marco che oppone la ricostruzione della Tommolini a quella degli altri magistrati, Como ha detto che “… non inficia la diversità di vedute la ricostruzione della vicenda e in relazione al movente – ha spiegato il Magistrato – ci sembra più convincente la ricostruzione fatta dalle procura di Ascoli e Fermo, ovvero che la molla dell’omicidio compiuto da Parolisi sia stato quell’imbuto emotivo in cui si trovava per la doppia vita che conduceva, diviso tra la moglie e l’amante Ludovica”.
I tempi del processo sono ancora incerti: dopo la parola alla parte civile con l’intervento dell’Avvocato Mauro Gionni. Venerdì prossimo,27 settembre, toccherà ai legali che difendono Parolisi e al termine del loro intervento la Corte, presieduta dal dal giudice Luigi Catello, deciderà se accettare o meno le richieste di Biscotti e Gentile, i legali di Parolisi, di procedere con ulteriori accertamenti.
Solo allora si saprà se saranno necessari ulteriori giorni per portare a termine quanto richiesto dalla difesa, o se si dovesse procedere con la sentenza che a quel punto potrebbe arrivare entro lunedì 30 settembre.
Salvatore Parolisi è arrivato intorno alle 8.30 nel tribunale de L’Aquila che ospita la Corte d’Appello e dove oggi ha preso il via il processo di secondo grado E’ stato portato con un cellulare della polizia penitenziaria dal carcere Castrogno di Teramo e, per evitare che venisse fotografato o anche solo inquadrato dalle telecamere, visto che il processo è a porte chiuse, è stato fatto passare da dietro aprendo anche le porte antincendio proprio in modo da farlo entrare nascondendolo agli occhi di tutti.
In aula sono arrivati il papà e il fratello di Melania, Gennaro e Michele Rea, insieme allo zio Gennaro. Con loro anche l’Avvocato di parte civile, Mauro Gionni.
Presenti anche i tre avvocati che difendonoi Parolisi, Walter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato. Proprio alla Benguardato ha detto che “… Parolisi ha tutta l’intenzione di chiarire la sua posizione davanti ai giudici”. Il caporalmaggiore rompe il silenzio e parla per la seconda volta dopo l’unica precedente occasione davanti al tribunale del riesame de L’Aquila. La difesa ha ribadito che punta a ribaltare la condanna di primo grado all’ergastolo appellandosi a una serie di elementi che, dal loro punto di vista, sono stati interpretati male dall’impianto accusatorio e dalle motivazione del giudice Marina Tommolini.
A partire dall’impronta parziale sporca di sangue trovata a pochi metri dal cadavere di Melania e che il giudice Tommolini sostiene essere l’impronta di una mano insanguinata. Per la difesa questo non solo non è possibile ma potrebbe trattarsi dell’impronta o dell’assassino o di altro personaggio che andrebbe identificato. Non coincidono neanche i tempi dell’ora della morte di Melania con la ricostruzione di Marina Tommolini che accetta la versione di Parolisi quando afferma di essere stato prima a Colle San Marco con la moglie. In questo caso, per i legali della difesa, i tempi sarebbero troppo stretti per consentire al caporalmaggiore di uccidere la moglie tra le 2.40 e le 3 nel boschetto di Ripe di Civitella.