Abruzzo e Congresso PD tra unità di facciata e tessere “avvelenate”
(wn24)-L’Aquila – È un Partito democratico abruzzese “normalizzato”, ma travagliato dai veleni quello che esce fuori dalla stagione congressuale. Sono stati indicati i coordinatori di circolo e i delegati per le assemblee chiamati a scegliere anche i nuovi segretari provinciali.
Unica eccezione Teramo, dove c’è stata battaglia vera, caratterizzata pure dalla corsa al reclutamento degli iscritti che ha creato scalpore in molte parti d’Italia, con tessere in bianco inviate in numeri eccezionali rispetto ai dati dello scorso anno.
Tra i sei concorrenti in lizza, ci vorrà una sorta di “ballottaggio” tra i due che hanno raccolto i maggiori consensi: il cuperliano Gabriele Minosse, che è in vantaggio, e il renziano Vincenzo Di Marco.
BALLOTTAGGIO A TERAMO
Entrambi sindaci, di Cortino il primo, di Castellalto il secondo, potranno contare, rispettivamente, su 77 e su 62 “grandi elettori”, per cui il grosso della partita si giocherà su quelli incamerati dagli altri concorrenti: il primo cittadino di Mosciano Sant’Angelo, Orazio Di Marcello (49), l’assessore di Montorio al Vomano Marco Citerei (24), l’ex sindaco di Controguerra Mauro Scarpantonio (10) e il responsabile provinciale ImmigrazioneMahmoud Tosson (10), per un totale complessivo di 232 delegati.
Per incoronare il vincitore, quindi, bisognerà aspettare la conta finale, che ci sarà il 17 novembre.
MALUMORI A L’AQUILA E PESCARA
Soluzioni unitarie, invece, per L’Aquila, Chieti e Pescara, dove però non sono mancati i malumori.
Nel capoluogo e a Pescara, infatti, i pretendenti “scomodi” sono stati invitati gentilmente a farsi da parte per lasciare la strada spianata all’uscente Mario Mazzetti e alla responsabile regionale donne, Francesca Ciafardini.
All’Aquila hanno dovuto fare un passo di lato il segretario cittadino, Stefano Albano, e l’assessore di Capistrello Francesco Piacente, circostanza che ha scatenato la reazione di un anti-mazzettiano doc come il celanese Loreto Ruscio, che ha accusato alcuni big democrat, in testa la senatrice Stefania Pezzopane, di aver messo in atto “un’azione di regime per indurre a ritirare la propria candidatura a due giovani”.
A Pescara il dietro-front ha riguardato l’ex socialista Giacomo Cuzzi, il responsabile dei Giovani democratici, Luigi Di Marco, e il consigliere comunale Gianluca Fusilli, tutti e tre sostenitori della mozione di Matteo Renzi che si sono potuti consolare con l’outing inatteso in favore del sindaco di Firenze della Ciafardini, già esponente dei Democratici di sinistra e convinta bersaniana alle primarie del dicembre 2012 per la scelta del candidato premier della coalizione.
Tutti hanno accettato la richiesta dei pezzi da 90 del Pd senza fare troppe storie, ma hanno masticato amaro e dietro le quinte non hanno nascosto l’amarezza per l’occasione perduta di potersi misurare con i “prescelti”.
UNITÀ A CHIETI
Senza problemi, nel Chietino, la galoppata di Chiara Zappalorto, in quota Gianni Cuperlo e fedelissima del sottosegretario Giovanni Legnini, che sin dall’inizio non aveva rivali.
Chiusa la questione abruzzese, la partita si sposterà a livello nazionale, in vista delle primarie dell’8 dicembre in cui si misureranno le forze in campo degli aspiranti alla segreteria: oltre ai già citati Renzi e Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella.
LE PRIMARIE NAZIONALI – GLI SCHIERAMENTI
I più accreditati a giocarsi al rush finale la poltrona di leader piddino sono i primi due che, nonostante le diverse provenienze politiche (Renzi è un ex della Margherita, Cuperlo è stato un autorevole esponente dei Ds), possono fare affidamento su un fronte trasversale di sponsor locali, tanto centristi quanto della sinistra moderata.
A L’Aquila si è spaccata la triade che ha governato le sorti del centrosinistra cittadino negli ultimi 15 anni: con Renzi la Pezzopane, con Cuperlo il sindaco, Massimo Cialente e l’ex deputato Giovanni Lolli.
Spaccato il gruppo aquilano in Consiglio regionale, composto da Giuseppe Di Pangrazio(Renzi) e Giovanni D’Amico (Cuperlo).
Fa il pesce in barile, invece, Mazzetti, che dice di non voler dire per chi voterà, forse per non compromettere gli equilibri che gli consentiranno di fare il bis in solitaria.
A Chieti Legnini è con Cuperlo, mentre il capogruppo all’Emiciclo, Camillo D’Alessandro, è con il primo cittadino toscano.
Complice la forte influenza dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, candidato governatore in pectore del centrosinistra, la provincia adriatica è quasi interamente per Renzi, fatta eccezione per la consigliera regionale Marinella Sclocco, che non ha ancora deciso da che parte stare.
Nel Teramano, infine, un “evergreen” come l’ex vice presidente e assessore regionale Marco Verticelli è con Cuperlo, idem il deputato Tommaso Ginoble, sull’altro lato della barricata ci sono i consiglieri dell’Emiciclo Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca.
Chiude la passerella il segretario regionale, Silvio Paolucci, che sta con Cuperlo.