23 anni suicida con un colpo di pistola al cuore:”Fonzy” era molto buono

20141110_83123_falco3.jpg.pagespeed.ce_.g25LQ2y2S5-660x430c(wn24)-Falconara Marittima(AN) – Con la pistola del padre metronotte ha mirato al cuore con una freddezza che non gli apparteneva. Poi ha premuto il grilletto, deciso, senza nessun ripensamento, convinto, coscente di quello che stava accadendo. Per fare tutto questo ha scelto un punto non casuale. Questo potrebbe essere l’unico messaggio in codice lasciato da Alfonso Villani, 23 anni, ragazzo buono e tranquillo. Il cuore, sede di emozioni, sentimenti, turbamenti. Gli stessi a cui non riusciva più a far fronte. Ma non è stato solo un male oscuro a spingere il 23enne originario di Torre del Greco, sin da piccolo residente a Falconara, a togliersi la vita lunedì sera, nel silenzio della camera dei genitori, in via Ville. C’era dell’altro. Fragilità personale, insicurezza, timidezza. Ma soprattutto delicate questioni familiari, legate anche al rapporto non idilliaco tra i genitori. Alfonso si è arreso al suo senso di inadeguatezza nei confronti di un mondo che, diceva, non lo comprendeva. Lo conferma il suo migliore amico, Stefano La Face. “Era un bravo ragazzo che non è stato capito – dice con voce rotta dall’emozione -. Fonzie, come lo chiamavamo noi, veniva in classe con me al Vanvitelli. Spesso mi passava a prendere la mattina. L’ho visto un mese fa quando gli ho proposto di lavorare nella mia azienda edile come geometra. “Sei in gamba”, gli ho detto. Ma non ha accettato perché il padre si era sacrificato per anni pur di trovargli un lavoro. La depressione? Non c’entra. Lui era molto timido, anche con i professori. Appoggiava la testa sulla spalla, diventava rosso. Mi diceva che ero tra i pochi a capirlo veramente”. Anche Luca Negozi, suo ex compagno di classe, lo ricorda come “un ragazzo molto chiuso, ma che cercavamo in tutti i modi di coinvolgere nelle nostre cose. Era introverso e silenzioso, non volevamo che si sentisse a disagio. Quando ho saputo che faceva il metronotte, mi sono stupito: era così timido…” Alfonso si sarebbe ucciso poco dopo le 19:00, quando in casa non c’era nessuno. E’ stata la madre a trovarlo e chiamare i soccorsi. Il padre del ragazzo, interrogato lunedì sera in caserma, era talmente agitato che è dovuto intervenire il personale del 118 per calmarlo. Per ora non sono stati trovati messaggi del giovane, né scritti, né contenuti nel suo pc che è stato sequestrato così come il cellulare. Per i funerali occorrerà attendere la pronuncia del medico legale.

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