Abruzzo. Feste di fine anno: ecco le zone dove è vietato sparare petardi

sequestro-botti-capodanno-latina-5678356333(wn24)-Pescara – Divieto di fuochi d’artificio per festeggiare l’arrivo del 2015. Ma chi fermerà veramente i botti di Capodanno? Per il momento hanno già firmato l’ordinanza il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, e quello di Chieti, Umberto Di Primio. La lista è destinata ad allungarsi se è vero, come già chiaro l’anno scorso, che c’è sempre una maggiore attenzione delle amministrazioni pubbliche a vietare l’uso di petardi e botti. Dal 2008 al 2012 – secondo i dati della Polizia di Stato elaborati da Legambiente – vi sono stati in tutta Italia 2.423 feriti, 5 morti e 2.154 persone denunciate o arrestate. La regione con più vittime è la Campania: in 5 anni 573 feriti, di cui 367 solo a Napoli e provincia (il 64% del totale), e 4 morti. L’età più colpita dal fenomeno dei botti illegali è quella compresa fra gli 11 e i 14 anni, mentre le parti del corpo maggiormente danneggiate sono la mano destra e gli occhi. A L’Aquila il divieto si estende su tutto il territorio comunale, «a partire dalle ore 01:00 del 28 dicembre 2014, fino al giorno 2 gennaio 2015». Dunque vietato usare o portare con sé nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, «materiale esplodente, accendere i fuochi, far esplodere petardi, castagnole e simili artifici esplodenti in genere, anche se di libera vendita». «Tutti comportamenti che oltre a costituire un grave pericolo per l’incolumità delle persone e degli animali», si legge nell’ordinanza di Cialente, «possono altresì comportare il danneggiamento di monumenti e beni pubblici in genere. L’inosservanza di quanto vietato in ordinanza, comporterà l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da 25 a 500 euro». A Chieti, invece, la data in cui si estende il divieto non è specificata e l’ordinanza parla genericamente di «festività di fine anno». Botti e petardi vietati in tutti i luoghi, coperti o scoperti, pubblici o privati, in cui si svolgono manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, soggette ad autorizzazione di polizia o commerciale, di qualsiasi tipo. Divieto anche all’interno di asili, scuole, ospedali, case di cura, comunità varie, uffici pubblici e ricoveri di animali, nonché nelle loro immediate vicinanze e comunque entro un raggio di 200 metri. E poi ancora in tutte le vie, piazze ed aree pubbliche, ove transitano o siano presenti delle persone o animali. «E’ fatta eccezione», si legge nell’ordinanza, «per l’utilizzo di fuochi pirotecnici solo figurativi, ma senza botti mediante l’uso di idonea tecnologia che eviti rumore, regolarmente autorizzati secondo le vigenti normative». E’ probabile che già nei prossimi giorni arriverà una ordinanza simile anche a Teramo dal momento che 12 mesi fa il sindaco Maurizio Brucchi aveva detto no assoluto a botti e petardi ad eccezione delle manifestazioni pubbliche autorizzate con la presenza di personale esperto. Secco no, l’anno scorso a Roseto e Montesilvano. Nel secondo caso l’ordinanza era dell’allora sindaco Attilio Di Mattia. Bisognerà adesso vedere cosa sceglierà di fare il primo cittadino Francesco Maragno. A Spoltore a fine 2013 si era preferito scegliere la strada del controllo serrato della vendita al fine di evitare eventuali danni con materiale non in regola. A Pescara, invece, per il momento nessun divieto, come d’altronde l’anno scorso quando l’allora sindaco Mascia, in collaborazione con le forze di polizia, aveva scelto di distribuire a 1.000 studenti un opuscolo con le indicazioni sul corretto utilizzo dei giochi pirici, dei botti e delle miccette. Proprio in questi giorni il Comune di Pescara ha pubblicato la determina per indicare le modalità per le autorizzazioni di vendita su area pubblica dei prodotti pirotecnici in vista del Capodanno, ovvero quei gazebo che proprio a ridosso delle festa spuntano agli angoli delle strade. La vendita dei prodotti pirici non potrà cominciare prima del 27 dicembre e sono stati già individuati 32 posteggi dove potersi collocare.

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