Pescara. Arrivano mille immigrati. Casa Pound: “Clandestini finanziati, italiani abbandonati”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(wn24)-Pescara –  L’Abruzzo senza pace, nonostante i dati economici parlano chiaro, la disoccupazione aumenta, la rciostruzione è ferma al “palo” ed ora l’idea “geniale”: la Prefettura di Pescara ha deciso di sistemare, a partire da settembre, mille immigrati in strutture ricettive della Provincia. La politica contraria a questa decisione si è già mobilitata:.‘Immigrati coccolati, Italiani abbandonati’: questo il testo di striscioni e volantini a firma “Casa Pound Italia” apparsi questa mattina in varie zone di Pescara per contestare la decisione. 

“Questa azione nasce per protestare contro la decisione presa dal governo nazionale con l’avallo dei politici locali di stanziare oltre un migliaio di immigrati a Pescara e provincia – spiega Mirko Iacomelli, responsabile pescarese di Casa Pound Italia in una nota – Una decisione che riteniamo irricevibile da parte della popolazione, I politici che oggi governano l’Italia – prosegue Iacomelli – dovrebbero preoccuparsi prima del popolo italiano e solo successivamente, se possibile, degli immigrati. Al contrario, osserviamo come l’accoglienza dei clandestini possa contare su una disponibilità di fondi e una celerità di iniziativa che sono purtroppo sconosciute quando si tratta di assistere italiani in situazione di difficoltà per sfratti, disoccupazione, tagli di sussidi sociali”.

“E’ inaccettabile – conclude Iacomelli – che con la copertura di formule quali ‘pietas cristiana’ si vengano a costituire vere e proprie corsie preferenziali per i clandestini, ledendo palesemente i diritti degli italiani, costretti a una condizione di ‘cittadini di serie B’ nella propria nazione e per di più costretti a confrontarsi con i gravi costi sociali dell’immigrazione incontrollata. Come CasaPound, saremo attivi per contrastare sul territorio il fenomeno del ‘business dell’accoglienza’, rivendicando nel contempo il diritto degli italiani a vedere lo Stato impegnare le proprie risorse per garantire lavoro e servizi sociali ai cittadini più che per ‘coccolare’ gli immigrati”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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