Montagna d’estate: ecco le escursioni in sicurezza. La parola al “Maestro”/1° PARTE/FOTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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(wn24)-Pietracamela(TE) – La   escursioni  in montagna sono,  senza  dubbio, una delle  più  belle  attività  del  tempo  libero  in  estate, in  quanto  oltre  a  fare  esercizio  fisico, si ha l’occasione   di   conoscere   luoghi  meravigliosi, di  godere  della  natura,  di ambienti incontaminati, il tutto accompagnato da  sano divertimento. 

Al tempo stesso, però, è un’attività che   richiede  conoscenza,   esperienza,   preparazione,  capacità  di  valutazione,  equipaggiamento  adeguato  nonché   sicurezza  di  passo,  assenza  di  vertigine,  eccellente  condizione psicofisica   e  prudenza, molta   prudenza:   un  approccio  umile  e  rispettoso   è   il  presupposto   per   trascorrere una  giornata   in   totale   sicurezza  e  per  non  incorrere  in  pericoli . 

Scopriamo  come  evitare  i  pericoli  che  si  nascondono  sui  sentieri  montani con Paolo De Luca di Pietracamela (Te), Accompagnatore di m. Montagna – Maestro di Escursionismo  dal  1992  e  Maestro  di  Sci  dal  1994. 

Con  l’aumentare  degli  escursionisti,  purtroppo cresce anche  il  numero  degli  infortuni  perché  si  ha  l’ingenuità di pensare che  andare  in montagna sia   possibile  a  tutti  senza  preparazione   e   senza   allenamento.  A  volte  si  parla  di  tragiche  fatalità,  ma  nella  maggior  parte  dei  casi  si  tratta  di  superficialità  e  scarsa  preparazione, fisica tecnica e mentale.  Infatti,  molte  tragedie  si  potrebbero  evitare  se  gli  escursionisti   facessero  più  attenzione  alle  indispensabili  misure  di  sicurezza:  non  è  raro  che  si  trovino  in  difficoltà   perché   affrontano  un  sentiero  al  di  sopra  delle  loro  capacità.  Le  statistiche  del  Corpo  Nazionale  Soccorso  Alpino   del  C.A.I.   rivelano  che  il 75%  degli  infortuni   estivi   sulle   vette  sono   causati   non   da   scalate   impervie   ma  da  banali  scivolamenti   sui  pendii.   Per  effettuare  trekking   in  totale  sicurezza  è pertanto importante  non  sottovalutare  le  insidie  che  la  quota  può  nascondere  ai  meno  esperti   e  a  coloro  che  per  la prima  volta  si  accingono  a  vivere  vacanze  in  montagna   all’insegna   della   natura  e  del  relax. 

Partendo  dalla  mia  esperienza (sono nato  in  montagna,  ed ho acquisito una grande sensibilità nel riconoscere  istintivamente  le  insidie  ed  i  pericoli) , è maturata  l’idea  di  questa   breve  guida  con  alcuni  suggerimenti   da   seguire   per  affrontare  con  la  dovuta  consapevolezza  la  montagna  ed  i  suoi  rischi.

Come  va  scelto  il  percorso?

Le   escursioni   in  montagna   vanno  pianificate  bene  ed  affrontate   in  condizioni   fisiche   adeguate,   scegliendo   percorsi   con   profili   altimetrici   che  siano  al  di  sotto   delle  proprie   possibilità   ed  evitando   accuratamente   di   strafare.   Bisogna  tener  presenti   due   concetti   fondamentali:   difficoltà   e  lunghezza   dell’itinerario. 

Il  primo, la difficoltà, deve  essere  in  funzione  di  quelle  che  sono  le  nostre  capacità  tecniche  e  la  nostra  esperienza;   il secondo, la lunghezza,  è  chiaramente  in  funzione  delle  nostre  condizioni   fisiche  e  dell’allenamento.  In  ogni  caso  mai  sottovalutare   il  percorso  perché   le  insidie  si  possono   nascondere  anche  nei   tratti  apparentemente  più   semplici.

 

Esiste  una  “progressione”  da  seguire?

Una   stagione   escursionistica   può   prevedere   percorsi    gradualmente   sempre   più  impegnativi,   anche per coloro che non sono esperti e che possono ritagliarsi   itinerari  su  misura.  A meno che non si tratti di una semplice passeggiata, però,  è  sempre  importante  allenarsi  fisicamente  prima  di  iniziare; se  si  hanno  dubbi   sulla  propria  condizione  psicofisica,  è  meglio  chiedere  consigli  ad  un  medico  prima  di  avventurarsi  in  escursioni,   anche   giudicate   modeste.  Questo  perché  a  quote  non  altissime,  la  riduzione  di ossigeno  (ipossia)  può  causare  problemi  anche  seri  (sindrome  da  mal  di  montagna,  cioè  cefalea  e  nausea)  ed  è  importante,   non  tornare mai  distrutti  da  un’escursione: stanchi,  certo,  ma  non  spossati.   L’escursione  non  è  una  forma  di  espiazione ,  né  una  sorta  di  impresa  di  cui  vantarsi   tra  amici:  deve  costituire  invece  un’esperienza   di  benessere  e  divertimento.  Vivere  la  montagna  ha  anche  un  ruolo  terapeutico  perché  la  fatica  è  la  migliore  medicina  per l’uomo  moderno.  Il  raggiungimento  di  un  obiettivo  genera  sempre  un  rilascio  di  endorfine  che  creano  connessione  con  l’ambiente   ed  è  quindi  inevitabile  per  l’appassionato  vivere  il  desiderio  di  ripetere  l’esperienza,  riprovare  quelle  soddisfazioni,  riattivare  le  motivazioni  più  profonde  nell’affrontare  la  prossima  escursione.          

 

Prima   di   iniziare   un’escursione,   cosa   è   importante  fare?

Prima di intraprendere anche una semplice passeggiata in montagna, è opportuno consultare  i  bollettini  meteo  ,  considerando, anche,   che  il  tempo   in  montagna  può   cambiare  in   pochi   minuti,  come  ad   esempio  accade  sulla  catena  montuosa   del   Gran Sasso  d’Italia,  data   la   sua   particolare   vicinanza   ai   due   mari.  E’ preferibile  farlo   la  mattina  stessa  per  avere  dati  più  aggiornati  e  attendibili;  naturalmente  in  caso  di  maltempo  è  meglio rimandare  che  sfidare  le  insidie della montagna  perché  In  caso  di  pioggia,  i  sentieri  possono   diventare  scivolosi.  Se  ci si avventura  per  la  prima  volta   in  ambiente  montano,   bisogna  scegliere  un  itinerario  facile,  con  un  percorso  possibilmente  a  bassa  quota,  senza  particolari  pendenze  e  con  tempi  di  percorrenza   limitati  a poco  più  di  un  ora  per   iniziare   ad   abituarsi, gradualmente,   all’ambiente  ed al  clima.

Oltre la verifica delle condizioni metereologiche, è basilare studiare  bene il  percorso  prima  di  partire  e  procurarsi  una  cartina  con  i  sentieri  della  zona,  perché  anche  i  passaggi  apparentemente   più   sicuri  possono   diventare   pericolosi. Le  guide  cartacee   da  sempre  sono infatti  il  riferimento  per  gli  escursionisti: precise,  sempre  aggiornate  e  dettagliate, indispensabili   per   ferrate  ed  attraversamenti,  per  il  calcolo  dei  dislivelli,  per  raggiungere  rifugi  e  vette;  riportano  tutta  la  numerazione ed il grado di difficoltà dei  sentieri  in  modo  da  poter  scegliere  il  percorso  con  cura,  precisione  e  sicurezza.  Tra  tutte le guide disponibili,  è  da preferire   la  carta  topografica  I.G.M.  (Istituto Geografico Militare) perché  più dettagliata: la  difficoltà  dell’itinerario  è  indicata  con  sigle  convenzionali  (T, E, EE, EEA),  partendo  dal  percorso  più  facile, per arrivare a  quello  più  impegnativo  e  difficile.  Le  linee  rosse  continue  indicano  un  sentiero   facile,   quelle  tratteggiate   segnalano  un  percorso   abbastanza  difficile,  quelle  punteggiate   corrispondono   a   tratti   esposti   che   i   principianti   devono   assolutamente   evitare.

 

In   montagna   con   chi?

E’   preferibile  non  avventurarsi mai  da  soli.  Se  si  è  alle  prime  armi  e  non  sicuri  delle  proprie  capacità,  è importante rivolgersi  ad  un  professionista  della  montagna,  Guida  Alpina   o   Accompagnatore  di  media  Montagna  perché  sono gli unici garanti della sicurezza.  Anche   se   si   ha   una   certa   esperienza   è   opportuno  andare   almeno  in   due   perché   in   caso  di  necessità    è   sempre   meglio   avere   qualcuno   al  proprio  fianco!

 

Cosa  è  fondamentale   nell’abbigliamento?

Dopo  il  cervello, la scarpa è  l’elemento  più  importante  dell’escursionista:  è  indispensabile  e  non  si può  fare  a  meno  di  preferirne  una  adatta.  La  calzatura  da  trekking  deve   essere  scelta  con  cura  ed avere  una  suola  flessibile  antiscivolo  (possibilmente  gomma  Vibram)  e  della  misura  giusta,  non  troppo  larga  perché  il  piede  deve  poter   “sentire”   il  terreno  ma  neanche  troppo  stretta  per  evitare così   la   formazione   di   vesciche.  Basse  e  morbide  con  suole  artigliate  per  le  passeggiate  di  fondo valle,  alte  e  rinforzate  sui  fianchi  per  escursioni,  vie  ferrate  e  ghiaioni.  Le  scarpe  sbagliate  e  non  idonee   al  tipo  di  attività  sono  causa  di  cadute  e  slogature.  Da  non  sottovalutare  l’importanza  dei calzini:    meglio  lana  o  fibra  perché  si  bagnano  meno  e  riducono  l’attrito  con  lo  scarpone;  preferibilmente  fino  all’altezza  del  ginocchio così  riparano  dai  morsi  delle  vipere.   Niente cotone   perché   tende   a   bagnarsi  e  a  scaldare  troppo  il  piede:   traspirabilità   per   prima   cosa.

 

 

 

 

 

 

 

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