Pamela, Mafia nigeriana e cannibalismo: anche i traduttori temono ritorsioni

Pamela, Mafia nigeriana e cannibalismo: anche i traduttori temono ritorsioni

(wn24)-Macerata – Storia incredibile, ma vera.Un giovane di colore in primo piano sottoposto a tortura con la lingua tagliata, un altro giovane, anche lui di colore, disteso a terra mentre viene torturato. Sono due foto che gli inquirenti hanno trovato nel cellulare di Lucky Awelima. 

Erano state cancellate, ma secondo l’esperto informatico che le ha analizzate erano state scattate con quel cellulare e non scaricate da Internet in epoca prossima allo scorso gennaio. Dalle foto non si capisce dove siano state scattate, ma si tratta di foto inquietanti. 
In uno dei telefoni di Awelima sono state trovate altre tre foto significative, una che ritrae un sacchetto contenente eroina, le altre due, invece, ritraggono una delle viscere, l’altra una persona con un guanto in lattice che sta tagliando un organo – ritenuto dal medico legale – appartenente ad un animale. Queste due ultime foto potrebbero essere state scaricate da Internet. Fatta salva la foto dell’eroina le altre di per sé non implicano responsabilità penali per gli inquirenti, ma sicuramente aiutano a ricostruire la personalità di uno dei tre indagati nell’indagine sull’omicidio di Pamela Mastropietro, definito “inquietante”. Ieri mattina, in conferenza stampa nella caserma dei carabinieri, il procuratore Giovanni Giorgio ha fatto il punto sull’indagine esortando ad accostarsi «con prudenza e rispetto alla vita di questa ragazza, che ha avuto un vissuto tormentato, e a non cercare dettagli pruriginosi», per il Dna non ancora attribuito è sicuramente di un caucasico che nulla c’entra con l’omicidio.

Soffermandosi sulla personalità dei tre nigeriani fermati (Awelima, Innocent Oseghale e Desmond Lucky), il procuratore ha menzionato un colloquio tra Lucky e Awelima in carcere in cui il primo, parlando di quanto accaduto a Pamela, lo ha definito una «cosa da bambini» («Oseghale poteva fare Pamela a pezzi, congelarla e mangiarla», aveva detto, ndr) ricordando il proprio passato da “rogged” (appartenente ad un’organizzazione criminale) in cui «abbiamo già fatto cose terribili». È stata questa frase a terrorizzare l’interprete e a farla letteralmente scappare via.

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