Coronavirus Marche. La Regione:”Stop manifestazioni con pubblico fino al 4 marzo”

Coronavirus Marche. La Regione:”Stop manifestazioni con pubblico fino al 4 marzo”

(wn24)-Ancona –  Per misure di contenimento e gestione dell’emergenza Coronavirus, la Regione Marche ha previsto la chiusura delle scuole e la sospensione delle manifestazioni pubbliche fino al 4 marzo. Tra queste, spiega la circolare, devono intendersi sospese quelle che “esulano dall’ordinaria attività delle comunità locali determinando significative concentrazioni di persone in luoghi pubblici” in ambito sportivo, culturale, sociale, economico, civico ecc.
Sospensione per “fiere, mercati straordinari e sagre, attrazioni e lunapark, concerti, eventi sportivi che prevedano la presenza di pubblico (campionati, tornei, competizioni di ogni categoria e disciplina)”; stop anche per “attività di spettacolo quali rappresentazioni teatrali, cinematografiche, musicali, ecc.; comprese discoteche e sale da ballo, eventi e manifestazioni promozionali (meeting, convegni e sfilate). “Consentite attività musicali” ove non siano “attività prevalente”.
   La circolare specifica che “non sono sospese attività che attengono all’ordinario svolgimento della pratica corsistica e amatoriale (corsi di varia natura e allenamenti sportivi). “Potranno rimanere aperti – recita la circolare – i luoghi di svolgimento dell’attività corsistica ordinaria di vario tipo (es. centri linguistici, centri musicali e scuola guida), gli impianti sportivi (centri sportivi, palestre pubbliche e private, piscine pubbliche e private, campi da gioco, ecc.) e in generale tutte le strutture quando le attività non prevedano aggregazione di pubblico (“porte chiuse”) o eccezionali concentrazioni di persone. “Sono escluse dalla sospensione – dispone la Regione – anche le attività economiche, agricole, produttive, commerciali, di servizio ivi compresi i pubblici esercizi e le mense, nonché le attività corsistiche aziendali laddove non comportino significative concentrazioni di persone”.
 Escluse dallo stop anche le “attività svolte da guide e accompagnatori turistici (limitatamente a gruppi composti da non oltre le dieci persone)”; “consentiti anche i mercati rionali e comunali ovvero le attività commerciali svolte ordinariamente e programmate”. “Non possono essere inclusi nella sospensione – si legge ancora nella nota – i centri di aggregazione sociale (circoli ricreativi, centri sociali, centri giovanili, centri per anziani, orti urbani ecc.) per la parte di ordinaria attività”; non comprese nel ‘blocco’ anche “attività di sostegno, supporto e riabilitazione alle persone anziane e diversamente abili (ad es. servizi semiresidenziali e centri diurni) e attività di accoglienza per persone in situazioni di fragilità sociale (es. centri di accoglienza). Non sono sospese le celebrazioni civili di matrimoni ed eseguie mentre per le celebrazioni religiose “si rinvia alle disposizioni adottate dai vescovi delle Marche”.
 La Regione richiama il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 23 febbraio per specificare le “aree oggetto di provvedimenti restrittivi” in Italia, al fine di ‘circoscrivere’ l’obbligo di comunicazione all’azienda sanitaria di competenza, disposto per i marchigiani rientrati negli ultimi 14 giorni: nella Lombardia i Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini; in Veneto il Comune di Vò”. “Tale definizione – precisa la nota – può essere rivista in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili”. Stesso obbligo di comunicazione vale per chi è tornato nelle Marche “dalle aree della Cina interessate dall’epidemia o dalle altre aree del mondo di conclamato contagio”.
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