Teramo&Area archeologica.  L’arte e le trasformazioni urbane: “Voce Altra” di Bruno Corà

Teramo&Area archeologica. L’arte e le trasformazioni urbane: “Voce Altra” di Bruno Corà

(wn24)-Teramo – (di Maria Antonietta Adorante *) – L’incontro ha avuto come tema l’arte e i suoi rapporti con le trasformazioni urbane.

Dopo i saluti del Presidente dell’associazione Demos, Prof. Carlo Di Marco, che ha presentato all’ospite le finalità del Sondaggio sull’area archeologica di Teramo, ho introdotto il tema ricordando un importante evento artistico svoltosi anni fa a Teramo per iniziativa dell’allora direttrice del polo museale, Dott.ssa Paola Di Felice, e che ebbe quale prestigioso curatore proprio il Prof. Bruno Corà.

La Città non seppe, allora, approfittare di tale occasione dunque, ho voluto ricordare al Prof. Corà che il primo compito del Tavolo tecnico è quello di creare nella Città una consapevolezza partecipata.
Ho poi invitato il nostro ospite a parlarci dei numerosi esempi di riqualificazione, tramite l’arte, di spazi e luoghi, esempi che ha avuto modo di seguire da vicino: gli essiccatoi di tabacco di Città di Castello, ristrutturati per farne spazi espositivi, secondo l’idea di Burri; il Camusac, il prestigioso museo di arte contemporanea di Cassino, che richiama nella Città laziale i più importanti esponenti dell’arte contemporanea e che, attraverso le loro opere, fa rivivere anche l’area archeologica.

Dunque, da questi spunti sono emersi gli elementi su cui ho sollecitato le riflessioni del Prof. Corà:

Quale ruolo possa avere l’arte nei processi di trasformazione e riqualificazione urbana e se sia possibile, attraverso l’arte, un dialogo tra un’area archeologica, quale è quella che il Tavolo sta analizzando, e la contemporaneità.

Il nostro ospite ha subito posto un concetto importante e provocatorio, che ha fatto da base e riferimento a tutto il dibattito successivo: l’arte è tutta contemporanea. Dunque, il tempo, rispetto all’arte, è ininfluente, non esiste, perché chi fruisce dell’opera d’arte ha davanti “tutta” l’arte, quella passata e quella presente e, dunque, per lui è tutta simultanea.

E dunque questa affermazione stimola veramente, a mio giudizio, una importante riflessione sulla possibilità di coniugare quel che in genere viene catalogato come antico con quel che è contemporaneo e molto corrisponde ad un concetto che il Tavolo ha fin dall’inizio preso a base del suo lavoro: la Città è trasversale rispetto al tempo, perché le sue stratificazioni sono tutte e sempre parte della contemporaneità.

Il Prof. Corà ha poi parlato di “tempo e forma”, della Città d’arte “a venire” e di altre suggestioni culturali su cui grandi artisti e studiosi d’arte di oggi hanno riflettuto e lavorato.

Ha poi raccontato le splendide realtà di Cassino e Città di Castello cui avevo accennato nella mia relazione introduttiva, ma anche della “Città dell’arte “fondata da Pistoletto a Biella, dei giovani che “fanno arte” a Pistoia, di Abu Dhabi che sta già immaginando il suo futuro basato sulla cultura e, dunque, della necessità di avere una “visione” proiettata lontano nel tempo.

È impossibile e sarebbe ovviamente riduttivo, sintetizzare la grande quantità di riferimenti e stimoli che il Prof. Corà ci ha offerto. Ma forse il senso profondo di tutto il dibattito può essere racchiuso in una frase che il nostro ospite ha pronunciato alla fine: l’arte è una miccia che può dar fuoco alle polveri.

Ecco: il ruolo straordinario dell’arte nel divenire urbano e nella riqualificazione dei luoghi è tutto in queste parole e dunque il nostro Tavolo ha avuto le risposte e le conferme che chiedeva e si aspettava e la riconferma della valenza culturale del percorso di urbanistica partecipata che il tavolo sta portando avanti per offrire alla Città una vera consapevolezza nelle scelte urbane.

*Coordinatrice del Tavolo Tecnico del Sondaggio Deliberativo sulla riqualificazione dell’area archeologica del Teatro romano in Teramo.

CATEGORIE
Condividi