Marche In…cucina. Oggi presentiamo un dolce tipico della tradizione:” Lonzino di fico”

Marche In…cucina. Oggi presentiamo un dolce tipico della tradizione:” Lonzino di fico”

(wn24)-Redazione – Guardandolo senza sapere di cosa si tratta, sembrerebbe proprio un salame. Una volto tolto l’involucro naturale delle foglie, dall’aperitivo si passa direttamente al dessert. Il “Lonzino di fico” è un prodotto marchigiano più unico che raro, e infatti lo troviamo tra i Presìdi Slow Food regionali. 

Si tratta di un impasto compatto a base di fichi (di qualità Dottati o Brogiotti), mandorle, noci e semi di anice avvolto dalle grandi e pudiche foglie del fico. Spesso intervengono anche i “soliti” mistrà e vino cotto a tenere insieme (e aromatizzare) il tutto.I primi a inventarsi la “ricetta” sono stati i contadini, sempre ingegnosi nel trovare nuovi modi per conservare gli alimenti. I fichi, che maturavano tutti insieme a settembre, erano infatti troppo abbondanti per essere consumati freschi: da qui l’idea di legarli stretti con lo spago e tenerli al freddo delle cantine invernali, per riesumarli in primavera sotto forma di dolcissimi lonzini da tagliare a fettine. Oggi il prodotto mantiene il suo appeal appetitoso, sia che lo consideriate un perfetto energy-bite – vegan per giunta – o l’accompagnamento ideale a formaggi erborinati e vini passiti a fine pasto.

COME SI PREPARA

I fichi sono fatti essiccare al sole, tagliati a pezzetti e poi amalgamati ad altri ingredienti tipici della tradizione povera contadina: mandorle e noci tostate e tritate, ma anche semi di anice stellato. Si procede aggiungendo al composto un po’ di sapa – cioè mosto di uva sobbollito – oppure di mistrà, un liquore anch’esso appartenente alla tradizione marchigiana, preparato distillando erbe aromatiche come l’anice verde e l’anice badiana. Quindi si dà all’impasto una forma cilindrica: la lunghezza è generalmente compresa fra i 15 e i 20 cm, il diametro è pari a 6-8 cm. Lo si lascia riposare in frigo per qualche ora e poi lo si avvolge in foglie di fico, legandolo con lo spago o un filo di lana. Sembra proprio un lonzino (l’insaccato), e così si spiega anche il nome.

COME SI CONSUMA

Il lonzino ha un colore marrone dorato, è molto compatto e di conseguenza si taglia con facilità a fette. Un tempo era la merenda prediletta dai bambini ed era anche consumato con dessert nelle occasioni speciali, comprese le ricorrenze religiose. Oggi è spesso venduto sottovuoto, per tutelarne ulteriormente il sapore. Mangiato così com’è, da solo, è già una delizia; accompagnandolo con un bicchiere di vino passito, si sale di livello. Chi desidera il massimo, però, deve provarlo con un formaggio non molle e di media stagionatura, per esempio l’Asiago DOP Pressato, il Castelmagno DOP e il formaggio di Fossa.

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Florentina Tapuc
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