Pedopornografia online: 13 arresti in tutta Italia. Perquisizioni nelle province di Pescara e Chieti. Un arresto nelle Marche

Pedopornografia online: 13 arresti in tutta Italia. Perquisizioni nelle province di Pescara e Chieti. Un arresto nelle Marche

(wn24)-Redazione – In totale sono stati sequestrati più di 250 mila file. Le persone coinvolte sono di età ed estrazione diversa, dai giovani agli anziani, dai lavoratori autonomi ai laureati. Perquisizioni anche nelle province di Pescara e Chieti e un arresto a Macerata.

Al termine dell’imponente operazione contro lo sfruttamento sessuale dei minori online, tenuta sotto copertura dalla Polizia di Stato, tredici sono stati gli arrestati e 21 i denunciati. 

Le accuse nei confronti degli indagati sono di divulgazione, cessione e detenzione di materiale pedopornografico. In totale sono stati sequestrati più di 250 mila file. Le persone coinvolte sono di età ed estrazione diversa, dai giovani agli anziani, dai lavoratori autonomi ai laureati.L’inchiesta, durata un anno e mezzo, è stata condotta, sotto la direzione della Procura di Palermo, dal Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Sicilia occidentale con il coordinamento del Servizio Centrale presso il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on-line. L’indagine prende le mosse dall’attività di monitoraggio svolta da tutti i compartimenti italiani tanto sui canali di file sharing, quanto su piattaforme di chat e nel dark web, luoghi virtuali in cui gli investigatori si sono avvalsi di agenti infiltrati.

Nell’ottobre 2019, la Procura di Palermo ha autorizzato a svolgere attività sotto copertura che prevedono il coordinamento nazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni. Gli operatori, che si sono infiltrati in canali specifici di scambio del materiale illecito, considerati dagli indagati affidabili grazie all’anonimato garantito dalla rete, sono riusciti a individuare le utenze attraverso le quali avvenivano le connessioni risalendo a persone residente in 13 diverse regioni italiane. I risultati del lavoro sotto copertura insieme alle indagini informatiche, i sopralluoghi, i pedinamenti hanno portato l’autorità giudiziaria a disporre perquisizioni in tutta Italia. Nelle abitazioni degli indagati sono stati sequestrati dagli investigatori della Postale numerosissimi dispositivi informatici utilizzati anche per la conservazione dei file, spesso nascosti in contenitori come provette e confezioni per farmaci. A 13 persone è stata trovata una grande quantità di file pedopornografici: per loro è stato disposto l’arresto. Altri 21 sono stati denunciati.
A finire sotto inchiesta persone di età e categorie diverse: dal dipendente pubblico, al professionista, da persone con istruzione limitata a laureati. “Ciò, a testimonianza della diffusione trasversale del fenomeno”, spiegano gli investigatori. Sono ancora in corso accertamenti sulle immagini e sui frame del materiale sequestrato nel tentativo di dare un nome alle piccole vittime di abusi per consentirne la messa in sicurezza.

MARCHE

 In questo caso “complice” il gioco online, perché un cittadino di Macerata ha segnalato a una Onlus che un utente conosciuto su una piattaforma di gioco online gli aveva inviato sul telefonino alcuni video pedopornografici. Da qui è scattata la segnalazione alla Polizia Postale di Macerata seguita dall’arresto, a inizio settembre, di un cittadino italiano di 42 anni, colto nella flagranza di reato del possesso di 3mila file pedopornografici, ritraenti minori tra i 6 e i 13 anni coinvolti in atti sessuali con adulti

Gli accertamenti investigativi molto complessi, compiuti dalla Polizia Postale del Compartimento Marche, Sezione di Macerata, hanno permesso di identificare l’autore del reato, disoccupato, senza precedenti di polizia.
    L’ingente quantitativo di materiale è stato rinvenuto dagli investigatori nel corso di una perquisizione locale ed informatica delegata dalla Procura di Bologna al Compartimento Emiliano che poi ha eseguito l’arresto. L’indagine è stata, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online.
    Il 42enne conservava i file all’interno del proprio cellulare, ove erano minuziosamente suddivisi in diverse cartelle.
    Nell’udienza di convalida, tenutasi il 16 settembre scorso, il Gip di Bologna ha disposto per lui i domiciliari.

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