Teramo. Marco Marcattili aiuta gli studenti dell’I.S.S.”Alessandrini-Marino” per la raccolta di beni all’Ucraina

Teramo. Marco Marcattili aiuta gli studenti dell’I.S.S.”Alessandrini-Marino” per la raccolta di beni all’Ucraina

(wn24)-Teramo –  Marco Marcattilii, attuale preparatore atletico della squadra di calcio ucraina dello Shakhtar Donetsk, ha dovuto affrontare un lungo e difficoltoso viaggio prima di rientrare in Italia nella sua casa di Tortoreto. Marcattilii, originario di Sant’Atto di Teramo, ha iniziato la sua brillante carriera sportiva nel calcio dilettantistico, allenando i pulcini dell’Atletico Nepezzano, per poi passare a quello professionistico nel Giulianova, nella Ternana (vice allenatore di Francesco Giorgini) e nella Reggina (assistente tecnico di Roberto Breda, Ivo Iaconi e Walter Novellino) e, in qualità di preparatore atletico, nelle seguenti squadre: Triestina, Foggia, Palermo, Benevento, Sassuolo e Shakhtar Donetsk. Da giovane sognava di raggiungere la serie A e la Champions League e il suo sogno si è avverato con il Sassuolo per il primo sogno e poi con lo Shakhtar Donetsk per il secondo, squadra quest’ultima che, nei gironi di qualificazione di questa stagione, ha affrontato anche l’Inter e il Real Madrid.I rappresentanti degli studenti dell’I.I.S. “Alessandrini-Marino di Teramo, Alessandro Casasanta, Giada Faragalli, Carlo Fulminis e Deva Mirabella lo hanno invitato come testimonial per lanciare una raccolta di beni di prima necessità da inviare in Ucraina. Marcattilii li ha incontrati giovedì 3 marzo, presso l’Auditorium dell’Istituto, insieme a Roberto Di Provvido, Vincenzo Faragalli e Christian Valentini, formatori del Progetto “School Vibes”, importante percorso formativo elaborato dall’Istituto che ha come obiettivo quello di fornire agli studenti “Soft Skills” per una scuola a prova di futuro. Dopo i saluti del docente dell’Istituto Marcello Farinelli, in rappresentanza del Dirigente Scolastico, Stefania Nardini, è intervenuto Christian Valentini (ex studente dell’Istituto) il quale ha ricordato con piacere le emozioni vissute nel periodo che ha frequentato la scuola superiore ed ha sottolineato l’importanza per gli studenti di poter incontrare una persona come Marco che, oltre ad essere un grande professionista del calcio, fino ad alcuni giorni fa era in un hotel a Kiev, insieme alla squadra dello Shakhtar Donetsk, con la consapevolezza e la paura che, da un momento all’altro, un missile potesse abbattersi su di loro.
Successivamente ha preso la parola lo stesso Marcattilii per raccontare sia la sua meravigliosa esperienza calcistica con lo Shakhtar che i momenti drammatici vissuti recentemente a Kiev. In particolare ha riferito di essere arrivato in Ucraina, insieme a tutto lo staff, lo scorso mese di giugno, decidendo di portare con sé i familiari perché ritiene la capitale di quello stato una città bellissima e lo Shakhtar un Club fantastico dove ha lavorato bene fino a metà dicembre (inizio della sosta invernale del campionato) per poi tornare in Italia per circa un mese di ferie. Rientrato a Kiev lo scorso 16 gennaio già sentiva nelle parole dei media la possibilità di una probabile guerra, anche se in città questo non si percepiva. È seguito un periodo di circa un mese di preparazione della squadra in Turchia per poi rientrare con molta diffidenza a Kiev il 19 febbraio, anche se la Federazione ucraina e il Club avevano fornito ampie rassicurazioni; aveva anche deciso di far rientrare i familiari il giorno dopo, ma il successivo ripensamento è stata la scelta giusta perché ha consentito ai suoi cari di non assistere agli orrori della guerra. Nei giorni successivi a Kiev la vita si è svolta regolarmente fino al mercoledì successivo quando la Farnesina ha comunicato che i cittadini italiani dovevano rientrare subito in patria. Inizialmente lui e gli altri italiani dello staff hanno deciso di trattenersi sia perché non vi era certezza dell’imminente scoppio della guerra, sia per non abbandonare gli ucraini dello staff. Drammaticamente, però, alle cinque di mattina del giorno dopo, sono iniziati i bombardamenti e tutto lo staff è stato trasferito nell’hotel dei ritiri della squadra fino alla domenica successiva, giorno in cui, grazie all’interessamento di Ceferin dell’UEFA (che ha organizzato la fuga) e scortati all’esercito, i componenti dello staff hanno avuto la possibilità di abbandonare l’hotel per raggiungere la stazione e prendere il treno per il rientro in patria. Nel lungo viaggio fino ai confini dell’Ungheria ha assistito a scene strazianti; ha raggiunto l’aeroporto di Budapest, da dove è riuscito ad imbarcarsi su un volo per l’Italia.

Marco ha voluto sottolineare durante la sua emozionante narrazione che, nonostante le difficoltà della guerra, in Ucraina i docenti continuano a svolgere le lezioni in DAD, senza neanche rifugiarsi nei bunker al suono delle sirene, ritenendo che questo sia un messaggio particolarmente importante da dare ai ragazzi ed a tutto il mondo della formazione. Ha esaltato, inoltre, gli ucraini considerandoli degli eroi in quanto, invece di fuggire, sono rimasti sul posto per proteggere i loro cari e combattere per la propria patria.

CATEGORIE
Condividi