False fatture, bancarotta fraudolenta e truffa: nei guai un commercialista e due imprenditori

False fatture, bancarotta fraudolenta e truffa: nei guai un commercialista e due imprenditori

(wn24)-Ancona – Le indagini sono state chiuse su un commercialista di Fabriano. I motivi sono da ricollegare alla truffa, alla bancarotta fraudolenta, all’emissione di fatture false. Per due imprenditori si tratta di operazioni inesistenti e autoriciclaggio  mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Fabriano, coordinata dalla Procura di Ancona.

Secondo gli investigatori il professionista, che ha precedenti per reati fiscali e truffa, in concorso con l’amministratore e poi liquidatore di una società di verniciature industriali di Fabriano dichiarata fallita, avrebbe distratto e occultato 37mila euro, dopo aver ottenuto un finanziamento di 265mila euro a favore della stessa azienda garantito da Cassa Depositi e Prestiti. Un finaziamento agevolato per pagare i tributi sospesi, ai sensi del “Decreto Sisma”, che posticipava il pagamento dei tributi sospesi a seguito del terremoto del 2016, per le imprese del cratere sismico. Invece di pagare le imposte, però, il commercialista avrebbe stipulato contratti di accollo tributario con altre società toscane, quindi fuori dal cratere sismico. Le somme sarebbero state usate per pagare i debiti tributari di queste ultime: come contropartita avrebbe ricevuto l’80% dei tributi pagati. I 37mila euro, anziché confluire nelle casse della società di verniciature industriali, sarebbero state dirottate sui conti correnti personali del professionista.

Che è al centro anche di altre vicende: come liquidatore di un’altra società è accusato di essersi appropriato di 75mila euro invece di versarli ad alla banca creditrice, di avere emesso una fattura per operazioni inesistenti per 29mila euro per evadere le imposte dei redditi e Iva, a favore di un’impresa il cui rappresentante legale è stato anche lui denunciato. E ancora di avere distratto oltre 23mila euro dai conti correnti di un’azienda poi dichiarata fallita, in concorso con l’amministratore, mediante un bonifico con una causale di comodo. In tutto un giro di ‘affari’ per 127mila euro, trasferiti in un conto corrente in Romania.

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