Marche. Raffineria Api fa una causa per diffamazione, protestano gli ambientalisti:” Denunciano uno per zittire tutti”
(wn24)-Ancona – Roberto Cenci, membro del comitato cittadino Ondaverde ed ex consigliere comunale, si dovrà difendere in tribunale, perché la Raffineria Api di Falconara si sente diffamata ed ha chiamato in causa proprio Cenci.
Ieri, al Tribunale di Ancona, si è aperta la causa civile per diffamazione e una cinquantina di ambientalisti ha dato vita ad un presidio sotto il Palazzo di Giustizia a supporto di Cenci. Al centro della causa un servizio trasmesso da Striscia la Notizia, nella primavera del 2020, dove l’attivista falconarese aveva ha rilasciato delle dichiarazioni sugli inconvenienti e gli incidenti legati alla raffineria, determinando una difficile convivenza con i residenti per via delle esalazioni da idrocarburi. Quando si è aperta l’udienza davanti alla giudice Lara Seccacini, dove Cenci si è presentato assistito dal suo avvocato Monia Mancini, è stato dato avvio al presidio con gli esponenti di vari comitati ambientalisti come Mal’Aria, con il portavoce Loris Calcina, che si sono presentati con una maglietta nera con scritto “Denunciano uno per zittire tutti”.
La giudice si è riservata perché la difesa di Cenci ha sollevato una serie di eccezioni preliminari: la decisione dovrebbe essere resa nota nei prossimi giorni. Secondo l’avv. Mancini si tratta di “vizi di procedura che Api ha fatto nell’attivare questa azione giudiziaria. Le eccezioni riguardano il non rispetto dei termini di comparizione e la chiamata in causa della società proprietaria delle rete televisiva dove è andato in onda il programma, sono questioni che vanno decise prima di entrare nel merito della vicenda”. “Non sono qui per difendere me stesso ma il diritto all’informazione – ha detto Cenci all’uscita del Tribunale -. Qualsiasi attivista ha il diritto di poter parlare nel merito di questioni che riguardano aspetti ambientali. Io non ho offeso e non ho denigrato nessuno, è solo il modo di lavorare di un cittadino attivo e non voglio essere limitato nel mio diritto di difendere la Costituzione italiana”. A sostegno delle spese è partita una raccolta fondi sulla piattaforma crowdfunding.