Libri in uscita: SyncrOniric, di Maximiliano Sanvitale, tra fantascienza e realtà

maximiliano

Con SyncrOniric dentro la borsa,  parto. Destinazione  Limburg, un meraviglioso paese nel cuore della Germania.  In aereo, mentre la hostess sorride e indica  le tranquille uscite di sicurezza, guardo il mare che si allontana e afferro il libro fresco di aria condizionata.

 SyncrOniric,( Opera editrice), di Maximiliano Sanvitale, nato nel 1983, laurea triennale in Scienze della Comunicazione, specialistica in Pubblicità e Comunicazione d’Impresa presso Università di Teramo. Appassionato di cinema e letteratura predilige la fantascienza con cui si cimenta nel suo esordio.

 Nella foto con lo sfondo di copertina, un giovane con le labbra serrate accenna ad un sorriso come chi avrebbe ancora tante cose da dire ma sostituisce il suono all’inchiostro.

Fantascienza.  Guardo di nuovo l’oblò, stavolta mi accoglie la schiuma da barba celeste. Nuvole. Reali e inafferrabili.

Un libro di fantascienza.  Una stele di Rosetta  o un rotolo del Mar Morto,  niente  profumo di fieno dunque.

 Fisso il libro. Chi sei?  SyncrOniric  ha vagato fra carte d’identità, chiavi, rossetti, moleskine, fazzoletti di carta, eppure l’occhio in copertina continua a fissarmi con il suo strano ideogramma tatuato nell’iride.

Arriviamo a Limburg. Mi accerto che tutto sia al posto giusto. Le pareti rossastre, le travi bianche  ad attraversarla come fiumi di calce. E le finestre. Le affascinanti finestre senza persiane o tapparelle. Finestre affamate di luce.

In albergo inizio a leggere il libro con circospezione come se da un momento all’altro affondassi fra le sabbie mobili. Ho appena terminato le prime due pagine quando inciampo su una Macchina per Crononauti.  Una Macchina per Crononauti? Vado a mangiare.

 In piazza c’è il ristorante Don Camillo. Il proprietario è un signore con il cappello bianco e un bastone di legno scuro.Gli stringo la mano e lui : “italiana sei? Ja comme, vini dentro che ti preparo la pasta co i sard, ya!” Parla un tedesco che sa di limoni e di mare, di cannoli e vento.  Così mi siedo. C’è un buon odore di basilico fresco e pesce di attraversamenti. Un cameriere con un buffo gilet e una fusciacca rossa, mi serve un minuscolo panino con una salsa di burro e peperone rosso. Intanto Marcella Bella canta Montagne verdi.  Ordino le tagliatelle al pesce spada e  all’improvviso mi ricordo di Jonathan Swift  e I viaggi di Gulliver. La sua pungente allegoria della società inglese. Il primo capolavoro fantascientifico. La fantascienza sussurro.

 Dalla terra alla luna e Giulio Verne. E poi ci arrivo, benedetto basilico. 1895, H.G.Wells, scrive  La macchina del tempo!! Torno in albergo e cerco su google. Trovo che Hermann Oberth, per anni cercò di tradurre in realtà il sogno dei voli spaziali di Giulio Verne. E i suoi studi contribuirono a dare una base scientifica ai viaggi spaziali.  Sommergibili,  robot e razzi con uomini a bordo da fantascienza a realtà.

 

I personaggi di SyncroOniric, vivono fra il 2008 e il 2023. Sono 4: un seminarista, un innamorato, un vampiro e un cyborg che veste sembianze umane.  Maximiliano  fa vivere ai suoi personaggi esperienze fantastiche e  spaventose insieme.  Esperienze che manipolano il tempo, lo piegano sotto il calore di una fantasia iridescente.  Paradossali  momenti“onirici” che si fanno beffe delle letture psicanalitiche, materializzazioni dell’impossibile.  Dario argento dice:”solo chi ha paura può descrivere la paura” e qui la paura striscia, suggerisce, si avviluppa alla storia come una meretrice di altri tempi.  La paura in SyncrOniric è una ruffiana, dilata la storia ed esige obbedienza. “Buio. Luce blu. Buio”. Una luce che accompagna Maximiliano nei suoi viaggi  di molle buone e malvage.

Umberto Braccili, in una sua intervista, entra nelle intenzioni scrittorie di questo scrittore e chiede se è vero che scrive in seguito ad una delusione d’amore. Lui si schermisce, torna nel suo guscio e tenta di spegnere quel faro che sta illuminando un dolore che serve, che allatta perché si faccia grande e lavori per lui, per il ticchettio dei tasti colpiti senza pietà.

La donna amata appare.  E’ un dolore insopportabile. Un’assenza pagata con la morte.

La donna diventa donne.  La commedia è un successo che va replicato. Nessuna si salva, neanche colei a cui si perdona l’assenza di latte. Una madre, nel finale che non rivelo, colpita a sua volta, agnello immolato sull’altare di un peccato che non commise .

“Chissà se anche le persone, come le stelle, brillano per inerzia di una luce già estinta. Forse no, non è così che funziona con gli umani. Questi altro  non sono che il riflesso delle loro intenzioni, delle loro azioni e delle conseguenze, che tornando spesso indietro come boomerang, li colpiscono a tradimento sulla nuca”.  E’ il 6 marzo 2023 e siamo a New York e a parlare è un vampiro.  Uno che si sazia  di vita.

Termino di leggere il libro.SyncrOniric .E’ ora di tornare in Italia. Metto il libro dentro la valigia stavolta.  Prima di abbandonare Limburg  mi volto guardare quelle finestre assetate di luce. E mi tornano alla mente le parole che Maximiliano fa dir a Nicolas Flambert: la scienza  come le sue opere, può essere usata per l’uomo e contro l’uomo”.  Forse anche la fantascienza, aggiungo e torno alle finestre.

“Xavi”, dico fra me mentre la mia ombra mi segue come un cane che non mi appartiene.

Il trillo del cellulare mi fa sussultare. E’ mia sorella. Dice: ciao Patty, Piero deve operarsi ma sono tranquilla. E’ nelle mani giuste. Pensa che ad operarlo sarà un robot…immagina un po’…roba da fantascienza!!”. E io rido forte. Lei non capisce e aggiunge: sono felice di sentirti allegra.  Rispondo che è vero e mi allontano  mentre Don Camillo, seduto vicino ad un monumento con un gigante che beve, solleva il cappello e urla: purtati i saluti a Italia..

CATEGORIE
TAGS
Condividi