Fabbrica saltata con 10 tonnellate di polvere pirica: intorno un paesaggio da “guerra”/Foto

1078674_544834512220808_666662455_o(wn24)-Città Sant’Angelo –  Si sveglia attonita e incredula, sapendo che la tragedia poteva e doveva essere evitata, questa mattina la comunità tra Elice e Città Sant’Angelo, dove si presenta uno scenario da dopo una cruente battaglia di “guerra”. 
Solo cenere e devastazione. Calcinacci e polvere. Alberi incendiati, ulivi secolari mangiati dal fuoco, la terra che brucia, la disperazione di chi vede le vite dei propri cari strappate in pochi istanti. Questo resta dei 25.000 mq dell’Azienda e dei suoi 18 ambienti lavorativi.
Il sole a picco, in sottofondo il rumore degli elicotteri e dei canadair, le sirene delle ambulanze che si mischiano con il verso delle cicale. Nell’aria odore di bruciato che finisce nelle narici, insieme ad un olezzo di morte.

La bonifica è ricominciata questa mattina, alle prime luci dell’alba. Le forze dell’ordine controllano un’area di qualche chilometro quadrato e impediscono a chiunque di avvicinarsi: durante la notte, infatti, sono stati uditi scoppi di petardi e si sono viste fiammelle nei campi intorno all’area. Una la vittima fino a questo momento accertata: Alessio Di Giacomo, 22 anni, figlio dei titolari della “casamatta” saltata in aria e disintegratasi sotto i colpi di quattro esplosioni terribili. Mauro Di Giacomo, 45 anni, titolare della fabbrica e padre della vittima, Federico Di Giacomo, fratello del titolare, e Roberto Di Giacomo sono, invece, ancora ‘tecnicamente’ dispersi. Le ricerche potranno riprendere solo quando la zona sarà messa in sicurezza.

Una definizione fredda e crudele, soprattutto per chi nelle ultime ore ha capito che ci sono probabilità  nulle di ritrovarli vivi. A metà pomeriggio, anche i soccorritori hanno spento le speranze di quei parenti in attesa del miracolo. Lo hanno detto chiaramente, al massimo si potranno raccogliere i resti, dopo l’esplosione di una bomba di 10 tonnellate di polvere pirica.Insomma, senza troppi giri di parole, come in guerra. E’ stato questo il primo commento scivolato nella mente del Sindaco di Città Sant’Angelo, Gabriele Florindi, non appena ha saputo della tragedia. Lui era a L’Aquila, gli hanno telefonato. Ed è crollato. Con la voce tremolante e ancora incredulo ha azzardato quel paragone: «Mi hanno detto che sembra un terreno colpito da bombardamenti».Per una vittima accertata, fino ad adesso, si registra anche un autentico miracolo:la decana della famiglia Di Giacomo, Gilda Tauro, 92 anni, è in condizioni cliniche accettabili, nonostante all’inizio veniva data per dispersa. Ora una Regione è in lutto, perché una tragedia di questa portata coinvolge tutta la comunità e non poteva essere diversamente.
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