Droga e una lite tra clan: due arresti e 2,5 chili di eroina sequestrati

polizia_arresto(wn24)-Pescara – Uno screzio al limite di un futura lite tra clan che, secondo un linguaggio malavitoso,potrebbe portare a conseguenze, per quanto riguarda l’ordine pubblico, inattese per la comunità pescarese e chietina. La droga degli albanesi, infatti, non era piaciuta agli assaggiatori del clan Bevilacqua: una donna della famiglia rom mentre riconsegnava la partita incriminata al fornitore, si è fatta arrestare dalla Polizia. Sequestrati 2,5 chili di eroina, considerati dagli esperti assaggiatori  “scadente” e, quindi, da riconsegnare al grossista e recuperare eventuali anticipi di soldi.
Stavano pedinando un noto corriere della droga albanese, invece, la droga l’hanno trovata in mano alla referente per il clan Bevilacqua, famiglia rom molto nota, grossista dello spaccio nell’area pescarese.  Lo “straniero” è, Altin Nika, 35enne residente a Scafa e corriere del filone balcanico, quello che rifornisce il mercato della costa abruzzese. Un’appartenenza nota alla Polizia di Chieti, tanto è che solo a gennaio lo aveva arrestato per possesso di cocaina e marijuana: la pena aveva finito di scontarla a maggio scorso. Lei, Rita Di Rocco, 27enne, sposata a uno dei Bevilacqua e, come in uso nell’ambiente rom, donna attiva per lo spostamento di ingenti quantità di stupefacente, sfruttata per la sua condizione di madre di 5 figli, il più piccolo dei quali ha soli 9 mesi. Una garanzia contro l’inasprimento della pena in caso di arresto..

Ma contro ogni previsione, il pedinamento li ha portati nel parcheggio di un supermercato di via Tirino. Lì ad aspettarlo c’era, Rita Di Rocco: una consegna? Si, ma al contrario. O meglio: una restituzione. La droga, 2,5 chili di eroina, divisa in 5 panetti rivestiti di cellophane, è passata dalla mani della grossista a quelle del fornitore. Ai poliziotti, ben nascosti, nel piazzale, è parso di vedere la solita compravendita procedere come un nastro che si riavvolge. Il loro intervento è stato comunque tempestivo, mettendo le manette ai polsi di entrambi, ma solo una volta aperte le 5 buste hanno capito l’arcano. Da uno dei panetti mancavano 50 grammi esatti: quantità che in genere viene “stozzata” e distribuita ai tossicodipendenti di fiducia per assaggiarne la qualità.

“Evidentemente ai Bevilacqua la droga non è piaciuta”, ha spiegato stamani il capo dell’Antidroga Nicolino Sciolè, “quindi la Di Rocco era andata a restituirla al fornitore albanese”. Una bassa qualità che il clan di zingari, tra i più rinomati per la diffusione di stupefacenti, non gradiva mettere in circolazione: “E’ come se tenessero al loro brand”, ha commentato. La partita sequestrata doveva essere il rifornimento di ferragosto nel capoluogo adriatico e avrebbe fruttato circa centomila euro
“In netto rialzo”- secondo il capo della Mobile Pierfrancesco Muriana – l’uso dell’eroina anche tra i più giovani. La cocaina costa di più, ora va di moda fumarla l’eroina, quindi si supera anche la paura del buco”. Devastanti, però, i danni per chi inala i vapori della “roba gialla” bruciata.
E la tattica della madre di famiglia ha funzionato: se l’albanese è finito nel carcere di San Donato, per la ragazza, il PM Silvia Santoro, ha potuto disporre solo gli arresti domiciliari.
 
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