Adriano Tarullo, un nuovo CD di inediti e nel cuore sempre l’Abruzzo

969563_647943848549034_952354592_n(wn24)-Scanno(AQ) – Scrive una grande musica d’autore, la colora di vecchio blues americano, con un tuffo verso le sue origini, che non rinnega, ma le plasma nel suo ultimo CD “Anch’io voglio la mia auto Blues”. Stiamo parlando di Adriano Tarullo, cantautore, nato in un piccolo paesino  come Scanno, dove ha cercato sempre di mixare quegli “odori” di musica e tradizioni che solo scenari, come il paese vicino l’Aquila, possono trasmettere. Adriano Tarullo, intriso di folk, rock e blues, non ha saputo rinunciare, per il suo ultimo disco, a delle collaborazioni importanti. Non per questo si è lasciato contaminare “… perché la musica non è una sfida, ma un mezzo per la conciliazione”.Abbiamo incontrato Adriano Tarullo ed abbiamo realizzato questa intervista.
Un nuovo disco di inediti. La tradizione del nostro Abruzzo non ti lascia mai. Quanto sono importanti le radici del proprio luogo?
Posso citare una frase dell’antropologo Ernesto De Martino. L’ho letta pochi giorni fa sulla parete di una scuola di un’associazione: “Coloro che non hanno radici, che sono cosmopoliti si avviano alla morte della passione e dell’umano. Per non essere provinciali occorre possedere un villaggio vivente nella memoria, a cui l’immagine e il cuore tornano sempre e di nuovo, e che l’opera di scienza o di poesia  riplasma in voce universale”. 
 
2 – Un presente ed un futuro contaminato dal tutto e subito, dove ogni luogo e ogni persona è raggiungibile con poco. Tu combatti tutto questo concetto e questa omologazione in questo disco in cui inviti te stesso e il mondo circostante alla ricerca della “verità”. Giusto? Pensi quindi che la “comodità” e lo sviluppo abbia portato anche questo grande rovescio della medaglia?
Io usufruisco giornalmente delle comodità e della tecnologia, utilizzo mezzi che, fino a pochi anni fa erano inaccessibili, proprio per registrare la mia musica e punto alla diffusione di questa proprio attraverso internet. Se devo suonare da qualche parte non viaggio di certo con il carretto tirato da qualche cavallo. Sarei stupido ad affermare che sono contro lo sviluppo e l’avanguardia tecnologica, e so che difficilmente si torna indietro, però mi rendo conto che bisogna adoperare un certo equilibrio nell’usufruire di alcune “comodità”, questa medicina che risolve immediatamente i nostri problemi; in qualche modo potremmo subirne gli effetti collaterali. Oggi se va via la luce e siamo nel caos. Non siamo uomini autonomi, abbiamo perso informazioni ed esperienze assorbite nel tempo dai nostri avi. Dobbiamo sempre ricordarci da dove veniamo, stabilire un contatto con la natura e cercare di preservare un pensiero autonomo, chiedendoci sempre se alcune verità proposte si reggano in piedi.
 
3 – Dove prende origine il tuo legame verso le radici e la storia? Cosa porta un ragazzo dell’era moderna a legarsi così tanto al passato e alla sua storia?
Non sono un ricercatore, ne tanto meno un cultore della storia del nostro passato, però so che la storia è importante per guardare avanti. C’è scritto molto. Musicalmente dovremmo attingere dalle basi per creare qualcosa di nuovo, di personale, di autentico.
Mi piacciono i popoli che suonano le proprie radici, il proprio folk, perchè manifestano la propria identità. Io sono legato ai miei luoghi, ci sono nato e cresciuto. Per me è stato inevitabile suonare la mia terra, ed allo stesso tempo è anche importante farlo con la mia personalità, attraverso un mio filtro personale.
 
4 – Come risponde Scanno e l’Abruzzo circostante al tuo lavoro? Anche tu diresti Nemo profeta in patria?
Le dinamiche di un paese sono sempre le stesse: c’è chi ti sostiene, ti incoraggia ad andare avanti e dall’altra parte c’è invece chi ti disprezza per una sorta di futile invidia. Diciamo che il fascino dello straniero, del nuovo, del mistero fa sempre il suo effetto. 
 
5 – Grandi citazioni aurorali nel brano “AUTORE CANTA”. Quanto sono state forti queste contaminazioni?
I miei riferimenti musicali sono americani, ma dal punto di vista letterario legato alle canzoni, secondo me, in Italia abbiamo i cantautori migliori. Non conosco la discografia di tutti, ma ogni volta che scopro una canzone che non conoscevo è sempre una piacevole rivelazione. Francesco Guccini è il cantautore che più mi entusiasma nella composizione dei testi.
 
6 – I prossimi impegni? Ti vedremo live?

Adesso nei concerti propongo un teatro-canzone in cui suono e canto da solo le canzoni contenute nel nuovo album. Per ogni canzone c’è una premessa che l’anticipa, un monologo scelto 

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