Corpo Forestale: sequestra una cava all’interno del Parco Nazionale della Majella

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(wn24)-Rapino(CH) -Operazione del Corpo Forestale dello Stato che ha sottoposto a sequestro preventivo, su disposizione del GIP del Tribunale di Chieti, la cava di proprietà della SAD Srl, sita in località “Foce” di Rapino, dove era in corso una «abusiva attività di estrazione di materiale lapideo».
Gli uomini dei Comandi Stazione Forestale di Pretoro e di Fara Filiorum Petri, dopo una lunga  attività d’indagine, che ha richiesto il costante monitoraggio del sito di cava per oltre un anno, ha rilevato un’evidente modificazione dello stato dei luoghi, dovuta ad illeciti lavori di escavazione e ad «artificiose movimentazioni di terreno volte a mascherare gli scavi abusivamente realizzati». 
La Società, autorizzata dal 2009, alla sola lavorazione del materiale lapideo estratto sino ad allora ed accumulato nel sito di cava, ma non all’effettuazione di ulteriori estrazioni,così come in realtà accadeva da diverso tempo. 
Ciò sarebbe avvenuto nonostante nel 2010 il Corpo Forestale dello Stato avesse già sottoposto a sequestro parte dell’area di cava, anche in quell’occasione a causa del mancato rispetto del veto di prelievo di nuovo materiale. Né il precedente sequestro, né l’espresso divieto di escavazioni e tantomeno la considerazione che la cava si trova in zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed è compresa nei confini del Parco Nazionale della Majella hanno impedito l’opera di «indiscriminato sfruttamento del territorio, realizzata in totale noncuranza sia delle prescrizioni di legge, sia degli evidenti effetti negativi sull’ambiente».
Non solo. La ditta avrebbe dovuto astenersi dal prelevare ulteriore materiale inerte, ma il sito avrebbe dovuto essere assoggettato ad un riassetto morfologico e ad un recupero definitivo, secondo un progetto già approvato ma mai portato ad esecuzione.
Il gip ha disposto il sequestro preventivo dell’intera area di cava, ove è risultato evidente che l’unico modo per interrompere la prosecuzione del reato è privare l’indagato della disponibilità materiale del bene. Il legale rappresentante della ditta proprietaria della cava ed esecutrice dei lavori è stato deferito all’Autorità Giudiziaria, per il reato di «opere eseguite in assenza di autorizzazione paesaggistica».
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