Famiglia dell’Olocausto: dopo 70 anni si ritrovano sopravvissuti e discendenti

shoa(wn24)-Ancona- Erano i titolari di una delle principali aziende farmaceutiche italiane, la Russi & C.
Una caratteristica della famiglia stabile ad Ancona dal ‘700, era quella di essere ebrei. Una colpa per le vergognose leggi razziali emanate da Fascismo. Molti dei loro furono deportati nei campi da dove non fecero più ritorno. Altri scapparono in Svizzera, Usa, Israele e Francia.
Per la prima volta nella storia recente, i discendenti  degli 11 figli di Davide Russi e Sara Moscato, si sono ritrovati proprio ad Ancona.  Molti si sono incontrati per la prima volta; la gran parte di loro hanno saputo dell’esistenza degli altri da un articolo su Vanity Fair di Manuela Vitali Norsa Dviri, scrittrice italo-israeliana nipote di Olga Russi. Da lì sono partiti i contatti su Facebook e Skype: “Anche chi non era iscritto al social network ha deciso di farlo – spiega Giovanna Salmoni, architetto, figlia di Claudio, primo Sindaco del dopoguerra ad Ancona -, ed e’ stato commovente vedere come alcune zie ultranovantenni hanno imparato a navigare sul web per potersi parlare”.

Il gruppo, una sessantina di persone bambini compresi, ha viistato la Sinagoga, il cimitero ebraico storico e quello attuale, le case del centro dove hanno vissuto gli avi e alcuni Russi abitano tutt’oggi. La Guardia di Finanza ha aperto la caserma di Lungomare Vanvitelli a questo insolito gruppo di ‘turisti’. Nel cortile c’e’ tutto quel che resta della mitica azienda di famiglia, distrutta poco dopo la deportazione a Meppen Versen di Giacomo e Sergio Russi: un arco di pietra bianca a sesto acuto, che  per gli anconetani di oggi  è tuttora chiamato  ”l’arco dei Russi”.

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