Inchiesta: la mia pensione pubblica sarà sufficiente? Risponde la nostra esperta Claudia Calista

Possiamo stilare una specie di classifica delle categorie “più bisognose” di previdenza complementare:
a) in generale tutti i liberi professionisti, iscritti alle casse privatizzate di cui al D LGS n.509/94 ed in particolare quelli già inseriti nel metodo di calcolo contributivo (dottori commercialisti, ragionieri, geometri); quelli iscritti alle casse regolate dal D LGS n. 103/96 che applicano integralmente il metodo contributivo (periti industriali,psicologi, infermieri professionisti, geologi, attuari, biologi, periti agrari, chimici); questi soggetti, in base ai modesti livelli di contribuzione attuali (10% di contributo soggettivo e dal 2 al 4% di contributo integrativo) avranno tassi di sostituzione attorno al 30/35%.
b) i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e imprenditori agricoli) con particolare riguardo a quelli che avendo iniziato l’attività dal 1/1/1996 (data di entrata in vigore della riforma Dini) sono inseriti nel metodo contributivo e a quelli con modeste anzianità (meno di 18 anni di contribuzione) che avranno la pensione pubblica calcolata con il sistema misto; anche per questi lavoratori, che versano contribuzioni pari al 20% del reddito, (rispetto al 33% dei dipendenti) il contributivo inciderà parecchio sulle prestazioni.
c) i lavoratori iscritti alla gestione separata INPS (azionisti-amministratori di società di capitali o membri di consigli di amministrazione [senza altre coperture obbligatorie] collaboratori continuativi, a progetto, lavoratori occasionali e associati in partecipazione); sono tutti inseriti nel metodo contributivo e hanno versamenti di entità simile agli autonomi.
d) in generale tutti i lavoratori dipendenti che hanno iniziato a lavorare dal 1/1/1996, quelli con anzianità lavorative modeste (18 anni o meno) a quella data, e che sono inseriti nel sistema di calcolo misto o contributivo; tra questi in particolare a quelli con carriere di tipo funzionariale o dirigenziale. Domanda più ricorrente:
Posso scegliere liberamente il fondo pensione?
La risposta è positiva; il decreto consente infatti ai lavoratori dipendenti (anche per collaboratori, autonomi e liberi professionisti non ci sono vincoli) di decidere liberamente di aderire a una delle forme complementari previste (fondo negoziale di categoria, fondo regionale, fondo aperto e forma individuale realizzata mediante adesione ad un fondo aperto o tramite contratto di assicurazione sulla vita) e devolvervi il proprio TFR. Tutte queste forme presentano gli stessi vantaggi sia di flessibilità che fiscali.