Abruzzo. Forte adesione allo sciopero dei dipendenti delle Regione

regione_abruzzo(wn24)-L’Aquila – I dipendenti della Regione Abruzzo hanno indetto, di concerto coi sindacati CGIL, CISL, UIL, UGL e CSA, uno sciopero per la giornata odierna che ha registrato una fortissima partecipazione: sono infatti più di 800, sul totale di 1200 (se si escludono le circa 200 unità dirigenziali), i dipendenti che hanno aderito allo sciopero. Il dato più alto che sia stato rilevato negli ultimi vent’anni. I motivi scatenanti sono: il mancato pagamento delle specifiche, delle indennità e della produttività; la destinazione di fondi accessori ai quadri dirigenziali e non agli impiegati, che rischiano così di perdere circa 1500 euro a testa; la mancata riorganizzazione delle strutture amministrative della Regione dopo la soppressione di enti quali l’APTR e l’ARSA; la mancanza di fondi per la formazione del personale. Per dare maggiore vigore alla protesta, circa 200 dipendenti si recheranno questo pomeriggio, intorno alle 14, davanti alla sede della Regione, all’Aquila. A non andare proprio giù agli scioperanti è soprattutto quel divario profondo tra stipendi degli impiegati e stipendi dei dirigenti: un rapporto di 1 a 8 che è diventato odioso, specie in un momento di crisi come il nostro. Seguendo la tendenza generale della distribuzione della ricchezza nel Paese, in cui un’oligarchia costituita dal 10% della popolazione detiene più della metà delle ricchezze complessive, così anche nell’amministrazione della Regione appena il 10% dei dipendenti -i dirigenti- riceve in forma di stipendio il 50% delle risorse totali. La scintilla che ha portato alla mobilitazione è stata la decisione di conferire ulteriori salari accessori ai dirigenti, dalla già pesante busta paga, e non agli impiegati, che non solo non hanno visto aumenti di stipendio negli ultimi anni, ma anzi hanno visto una decurtazione di circa 1500 euro a fine anno. Fino a dieci anni fa il rapporto tra i salari degli impiegati e quello dei dirigenti si conteneva in un più accettabile 1 a 3-5, cioè per mille euro che spettavano all’impiegato, il dirigente ne riceveva 3-5 mila, ben lontani dagli attuali 7-8 mila netti: infatti 17 dirigenti regionali costano alle casse pubbliche 120 mila euro annui, e altri 80 dirigenti percepiscono 80-100.000 euro all’anno. Lo sciopero odierno è stato convocato in concomitanza con la discussione di una proposta di legge regionale, plasmata sul modello di quella già in vigore in Umbria e nelle Marche, proposta dai consiglieri Acerbo e Venturoni, per la distribuzione delle risorse accessorie tra gli impiegati e non più, come accade oggi, solo tra i dirigenti.

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