Pescara. Ancora bufera De Fanis: contratto sex con la segretaria

luigi-de-fanis8-700x352(wn24)-Pescara – Un nuovo scandalo investe la Regione Abruzzo e l’assessore Luigi De Fanis.
Come rivela questa mattina il quotidiano “La Repubblica”, a firma di Giuseppe Caporale, l’assessore regionale alla Cultura avrebbe sottoscritto un contratto sessuale con la sua segretaria 32enne, prevedendo, nero su bianco, un rapporto sessuale insieme a lei almeno una volta alla settimana. Il tutto in cambio di un forfait da 3mila euro al mese. Il contratto sarebbe saltato fuori nella perquisizione domiciliare a carico della donna, nell’ambito dell’inchiesta che vede agli arresti De Fanis per peculato e lei complice dell’assessore, secondo la Procura di Pescara, nel chiedere tangenti a piccoli operatori culturali.. La 32enne aveva provato a distruggere il contratto facendolo a pezzettini, ma gli inquirenti lo hanno ricomposto e poi interrogato lei proprio sulla natura del rapporto con De Fanis.
“L’assessore era ossessionato da me – stralci dal verbale di interrogatorio riportato da “La Repubblica” – mi ha costretto a firmarlo. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura…”. “Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come “quella lì” e io non ha fatto nulla: però non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo…”, ha detto al pm. “Ora – ha raccontato la donna – la mia vita è un incubo. Non vado più in giro per il mio paese. Ricevo telefonate anonime, gente che mi vuole incontrare, che mi insulta. L’impatto dell’arresto sulla mia vita è stato devastante, perché sono mamma di una bambina piccola”. Il secondo contratto, quello che avrebbe stabilito il rapporto sessuale, sarebbe stato poi secondo lei un passaggio obbligato.

La segretaria, dopo aver ammesso di aver avuto una relazione con l’assessore e di essere stata costretta a onorare quel contratto, ha anche raccontato che in Regione è “una consuetudine timbrare e uscire per faccende personali. Quando sono entrata lì nell’ottobre 2012 in molti facevano così. Io partecipavo a missioni, a riunioni esterne. Una volta sola sono andata dall’estetista. Anche i miei colleghi si comportavano così e non credevo di fare nulla di male…”.
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