San Benedetto.Terrorismo:Roberta Peci scrive al brigatista Senzani, assassino del Padre.”Voglio guardarti negli occhi”

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(wn24)-San Benedetto del Tronto – Ho aspettato anni per incontrarla, non si preoccupi sono molto paziente, prima o poi la ruota del destino girerà in mio favore, così da poterla guardare, scrutarla negli occhi e vedere se anche lei ha un’anima”. Parole dure e dirette quelle che Roberta Peci, figlia di Roberto, rivolge a Giovanni Senzani, l’assassino di suo padre.

L’occasione è data da un’intervista che il brigatista ha rilasciato al settimanale Panorama, dove parla del suo dolore personale per la scomparsa della moglie. Da qui il commento di Roberta Peci, su quel dolore che l’accompagna da sempre, un dolore con la quale è nata e che è tutto da imputare allo stesso Senzani. Quest’ultimo nella sua intervista dichiara: “Solo quando è morta mia moglie ho capito che la morte è uguale per tutti, sia quando la subisci sia quando la dai. E allora ho sentito il dolore di tutti quelli che la morte l’avevano incontrata per mano mia”.

Immediato il commento su Facebook di Roberta che dice: “Questo è l’estratto da Panorama che ha pubblicato un’intervista di uno degli assassini di mio padre. Di colui che moralmente più di altri decise che un giovane di 25 anni doveva morire. Le volevo dire signor S. o Mister Bazooka ( insomma come lei preferisce farsi chiamare) che io ci sono nata con questo dolore nel cuore e nell’anima, non ho dovuto aspettare di vedere morire una persona cara di vecchiaia…eh no…ci ha pensato lei a farmi nascere orfana,uccidendo un uomo la cui unica colpa era quella di avere un fratello “infame”. Ho aspettato anni per incontrarla, non si preoccupi sono molto paziente prima o poi la ruota del destino girerà in mio favore, così da poterla guardare, scrutarla negli occhi e vedere se anche lei ha un’anima”.

Una ferita che si riapre. Fu così anche in occasione del film “Sangue” di Pippo Delbono che ha visto protagonista proprio Senzani. Mentre qualche anno fa a riaprire un capitolo doloroso della storia sambenedettese e soprattutto della giovane Roberta fu suo zio Patrizio che attraverso le pagine di un giornale chiese di poterla incontrare.

Il tutto dopo il documentario girato dal regista sambenedettese Luigi Maria Perotti, “L’infame e suo Fratello”, che ha per la prima volta fatto luce su quanto accaduto in quei giorni restituendo alla figura di Roberto Peci il suo vero ruolo: quello di vittima del terrorismo.

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