Ascoli Piceno. Ecco il consuntivo dell’attività svolta nel 2013 dalla Guardia di Finanze anche a Fermo

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(wn24)-Ascoli Piceno – Nella mattinata odierna, presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, si è tenuta una conferenza stampa per illustrare i risultati conseguiti nel corso dell’anno 2013 in entrambe le province di Ascoli Piceno e di Fermo nell’espletamento delle funzioni di polizia economico-finanziaria esercitate dal Corpo nelle macro-aree della tutela delle entrate, della spesa pubblica, del mercato dei capitali, del mercato dei beni e dei servizi e della lotta alla criminalità che, nel loro insieme, costituiscono le mission istituzionali della Guardia di Finanza.

L’attività sviluppata dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, in linea con le priorità d’intervento delineate dalle Autorità di Vertice, è stata attuata con l’obiettivo di  consolidare il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, indirizzato verso i fenomeni di rilievo anche di natura internazionale e di quelli, ulteriori, che provocano nocumenti alla spesa pubblica nazionale e comunitaria.

Nessuna delle citate mission è stata trascurata nel corso dell’anno 2013 dal Comando Provinciale di Ascoli Piceno che, anzi, come emergente dal consuntivo annuale, ha avuto modo di attuare la propria attività anche nei settori di servizio di carattere extra-tributario, conseguendo risultati mirati  ad assicurare il mantenimento degli standard delle diverse forme di legalità in favore della collettività.

Nell’ambito delle 253 verifiche fiscali e dei 146 controlli relativi al settore delle imposte dirette e dell’IVA, sono state scoperte basi imponibili sottratte a tassazione per 162.000.000 di euro, mentre è stata segnalata IVA dovuta, ovvero non versata, per oltre 26.000.000 di euro.

Complessivamente, sono stati scoperti 108 evasori totali (soggetti che, nel tempo, non hanno mai adempiuto ad alcun obbligo fiscale) e 21 evasori paratotali (soggetti che hanno adempiuto solo parzialmente agli obblighi fiscali, omettendo di dichiarare una parte rilevante dei propri ricavi), esercenti le diverse attività d’impresa che, come constatato negli ambiti d’intervento, avevano occultato una base imponibile – ricondotta quindi a tassazione per effetto del contributo ispettivo fornito dal Comando Provinciale di Ascoli Piceno – per 154.000.000 di euro e di 18.000.000 di euro di IVA dovuta; nel complesso,  80 sono state le persone denunciate per reati fiscali in relazione ad euro 87.500.000 di connesse infrazioni, buona parte di queste scoperte in virtù dell’avvenuto riconoscimento di fatture riferite ad operazioni inesistenti.

Risultanze espressive di una professionalità sempre più crescente, che avvalora, connotandolo, l’impegno di tutte le Fiamme Gialle picene e fermane nel far propria la priorità di “colpire al cuore” fenomeni di evasione massiva, di frode e di illegalità economico-finanziaria. Laddove, in specie, si rivelino più pericolosi e maggiormente lesivi per il bilancio pubblico, mediante una concentrazione delle risorse operative più qualificate nell’applicazione di metodologie investigative e di indagine proprie di una Forza di polizia.

In quest’ottica, si è rilevata alquanto efficace l’analisi di ogni dettaglio d’intelligence, di rischio e di controllo economico del territorio ai fini della selezione dei soggetti da sottoporre alle attività ispettive, con concrete prospettive di recupero delle risorse sottratte all’Erario.

Riprova di tali qualificazioni derivano, ad esempio, dalla conclusione:

–      nel mese di luglio, dell’operazione “Brick”, determinante la scoperta di un’impresa “evasore totale” del fermano, protagonista di una maxi-frode fiscale per oltre 80.000.000 di euro perpetrata nel settore dell’edilizia, un’attività di intelligence “propria” che ha trovato derivazione da una preventiva indagine sui bilanci di esercizio, sottoposti alla “lente” degli investigatori economici e finanziari che, in breve tempo, hanno ricavato tutte le necessarie informazioni sulla gestione e sull’impresa, le quali, comparate alle altre analisi di circostanza aveva delineato già “a tavolino” la formulazione di un “giudizio” sull’effettivo stato di salute della società, ritenuto incoerente con le evidenze di carattere fiscale tracciate presso l’Anagrafe Tributaria e, pertanto, poste alla base dell’avvio delle attività di polizia economica e finanziaria, conclusesi anche con la denuncia dell’imprenditore;

–      nel mese di dicembre, di una prima fase di una consistente indagine di polizia giudiziaria relativa gli ambiti della esterovestizione, determinante la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 3 persone e, relativamente agli aspetti amministrativi, l’assoggettamento a tassazione di una base imponibile per 23.700.000 euro;

Sul fronte della “concretezza” degli interventi di – intendendosi, con tale accezione, la misurazione delle sole effettive acquisizioni di risorse e di disponibilità, incamerate dall’Erario subito dopo pochi giorni dalla conclusione delle attività – si parte dalle adesioni ai processi verbali di constatazione ai sensi dalla Legge n. 112 del 2008, che hanno riguardato il 19% delle verifiche ed il 12% dei controlli, per arrivare ai sequestri preventivi, anche “per equivalente”, che hanno interessato depositi bancari, euro in contanti, quote societarie, azioni, terreni, immobili, unità abitative, unità commerciali, beni mobili vari (autovetture, motocicli e motoscafi) e macchinari industriali,  materialmente eseguiti, al 31 dicembre 2013, per valore pari a 2.800.000 euro.

Nel corso degli interventi ispettivi di carattere fiscale, nel principio della trasversalità che caratterizza l’azione d’istituto, sono state altresì considerate le fenomenologie di “illegalità diffusa” ancorate al c.d. “lavoro sommerso”, determinanti la scoperta di 26 lavoratori “in nero” – impiegati, quindi, senza il riconoscimento di alcuna copertura previdenziale, di garanzia e di tutela previste dalla Legge e, conseguentemente, senza l’assolvimento delle imposte dovute – le cui fattispecie hanno costituito contestazioni nei confronti di n. 18 datori di lavoro.

Particolarmente intense sono state anche le attività finalizzate al controllo economico del territorio, attuate, tra altri servizi d’istituto, attraverso l’esecuzione dei cc.dd. “controlli strumentali”, volti a:

–      verificare il rispetto degli obblighi dell’emissione degli scontrini e delle ricevute fiscali, nel cui ambito, a fronte di 3.800 controlli, sono state riscontrate 600 violazioni, inoltrando ai competenti Uffici dell’Agenzia delle Entrate 4 proposte di chiusura temporanea degli esercizi commerciali, consequenziali alle reiterazioni degli specifici illeciti, 2 di queste già eseguite;

–       accertare le condizioni di regolarità sul trasporto delle merci su strada, un’attività che, attraverso gli 806 controlli eseguiti in tutto l’anno, ha peraltro consentito, in diverse circostanze, di intercettare carichi di prodotti illegali di diverso genere;

–       riscontrare l’osservanza delle normative in materia di accise, comparto verso il quale, oltre ai 193 controlli sulla circolazione di prodotti sottoposti ad accisa, sono state dedicate anche 27  verifiche fiscali;

acquisire, attraverso le 170 specifiche rilevazioni, gli indici espressivi di capacità contributiva da sottoporre alle successive analisi, propedeutiche, laddove di circostanza, alla successiva determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche

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