Bonifica del Tronto.E’ quasi una “Guerra” tra prostitute: coltelli,droga, alcool e controllo delle ragazze sfortunate

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(wn24)- Ancarano – Non passa giorno, oramai da molti mesi,che lungo la Bonifica del Tronto, la famosissima “Strada dell’amore”, non si consuma un reato di una certa gravità. All’origine, secondo le associazioni che operano sul territorio,c’è  un consumo eccessivo di alcool , droga e affini. Qualcuno direbbe: un fatto normale. Per molti , invece, non è così, perché le persone che gravitano intorno a quel mondo, bene o male vengono monitorate e, in questo caso l’analisi è diverso dal solito: la crisi economica inizia a picchiare anche in quel mondo ed ecco perché molte ragazze , sopratutto straniere, smettono il “mestiere” per dedicarsi allo sfruttamento delle altre connazionali. D questo presupposto nasce l’ultima storia di micro-criminalità. Infatti una avvenente ragazza di colore sfruttava e picchiava una connazionale, che aveva fatto arrivare in Italia con la promessa di un lavoro, ma che al contrario aveva “dirottato” sulla bonifica del Tronto a cercarsi clienti.

Una vicenda squallida, comune a tante altre, che caratterizzano quella che viene definita come la tratta degli esseri umani. Per questo in esecuzione di un provvedimento  firmato dal gip del tribunale di Teramo, Giovanni De Rensis (su richiesta del sostituto procuratore Stefano Giovagnoni) i carabinieri della stazione di Sant’Egidio hanno notificato una misura cautelare di divieto di dimora nei confronti di una donna nigeriana di 34 anni, residente nell’Ascolano. La giovane donna, accusata di reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e lesioni personali aggravate, non potrà dimorare in diversi comuni (Alba Adriatica, Ancarano, Castel di Lama, Colonnella, Controguerra, Martinsicuro e Sant’Egidio) dove solitamente esiste un mercato fertile della prostituzione. La vittima dei sopreusi e delle violenze è una giovane nigeriana, di 23 anni, reclutata nella terra natìa e fatta arriva in Italia con la prospettiva di un lavoro regolare, ma subito avviata alla prostituzione in strada.

L’indagine, effettuata dai carabinieri di Sant’Egidio, diretti dal luogotenente Mario De Nicola, e coordinati dal capitano Raffaele Iacuzio, era partita dopo un violento pestaggio subito dalla più giovane delle nigeriane, trovata in un lago di sangue, lo scorso ottobre, sulla bonifica del Tronto. Dietro a quel pestaggio (che aveva causato alla giovane una ferita alla fronte (suturata con dieci punti) e con la parziale amputazione di un dito, c’era un perchè.

Il rifiuto, da parte della giovane di proseguire nella vita di strada e di versare i proventi dell’attività di prostituzione alla sua protettrice, con la quale viveva nelle vicine Marche. 

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