Abruzzo verso le elezioni. Luciano D’Alfonso: ” Contro lo smantellamento, ecco la sanità che voglio costruire”

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(wn24)-Pescara – <In questa regione è in atto un’operazione di demolizione sistematica di alcune

strutture sanitarie, demolizione fatta per poi dichiararne l’invalidità. Noi

restituiremo centralità al territorio assicurando appropriatezza delle cure,

continuità di assistenza, copertura dei costi e libertà di scelta, oltre alla velocità

nello smaltire le liste di attesa>>. E’ questa la summa del pensiero di Luciano

D’Alfonso, intervenuto ieri ad Atri all’incontro “Una nuova sanità per un nuovo

Abruzzo” organizzato dalla sezione locale del Pd all’auditorium sant’Agostino.

Quello atriano è un territorio che – insieme al resto della provincia – ha sofferto

molto per la gestione della Asl condotta dall’ex direttore generale Giustino

Varrassi, sollevato dal suo incarico nel novembre scorso.

E’ nella città ducale che il candidato per il

centrosinistra alla presidenza della

Regione ha voluto illustrare la sua

“vision” in materia di salute pubblica:

<<Dal dicembre scorso ogni cittadino può

andare a curarsi dove vuole in Europa,

facendosi rimborsare i costi dalla

Regione. E’ una rivoluzione: prima questo

diritto riguardava solo il suolo italiano,

ora si aprono per tutti le porte di un intero continente. Questa circostanza richiede

alla pubblica amministrazione una capacità organizzativa all’altezza, altrimenti il

cittadino va altrove. E se il cittadino va fuori regione, pesa sulle casse pubbliche

come mobilità passiva. In Abruzzo abbiamo personale motivato, una tradizione di

bravura e macchinari all’altezza; manca però l’organizzazione che disloca

eccellenze, specificità, vocazioni, punti di forza, e ciò accade quando c’è sciatteria,

quando prevale la non voglia di decidere. Qui è in atto un’operazione di

demolizione sistematica di alcune strutture sanitarie, demolizione fatta per poi

dichiararne l’invalidità. Non va bene: dobbiamo elaborare un progetto per cui chi

ha la gestione della salute possa e debba fissare obiettivi chiari, con la

rendicontazione precisa di ciò che si fa. Bisogna organizzare un’offerta di salute

ricca di dati che devono essere immagazzinati ogni volta che si interviene e che

poi vanno elaborati>>.

D’Alfonso ha poi espresso una certezza: <<Non sempre la grandezza esprime

qualità. La struttura di prossimità territoriale è quella che fa registrare la migliore

performance sanitaria, ma c’è bisogno di fissare obiettivi in base a dotazioni di

personale e strutture; ora regna solo

l’improvvisazione. Dobbiamo far sì che in

Abruzzo ci si vada a curare dove si è

sicuri che la domanda di salute venga

soddisfatta. Si è svenduto come risultato

conseguito il risanamento dei conti: lo

vedremo il 26 maggio con l’analisi del

bilancio della Regione. Noi restituiremo

centralità al territorio assicurando

appropriatezza delle cure, continuità di assistenza, copertura dei costi e libertà di

scelta, oltre alla velocità nello smaltire le liste di attesa. Serve un ente premuroso,

che differenzi tra le esigenze e faccia in modo che terapie e sostegni siano più

efficaci e immediati dove ce n’è più bisogno, anche in presenza della fragilità della

persona. Il sistema sanitario dovrà prendere in braccio il cittadino e portarlo al

luogo di cura, telefonando poi al paziente per sapere come sta dopo 30, 60 e 90

giorni come accade in Veneto. Qui manca l’organizzazione perché il pensiero è

centralizzato su altro che nulla ha a che fare con la salute>>.

Secondo il candidato presidente <<bisogna spezzare la tradizione per cui le visite

si prenotano al ristorante o in campagna elettorale con il politico di turno. Occorre

liberarsi dalla signoria della politica nel decidere carriere e progressioni, che in

futuro dovranno tornare ad essere basate sul merito; ma ci vuole una svolta

costruita su dati certi e misurabili. Al personale sanitario dico: non sarete più

costretti ad incontrare onorevoli o assessori per avere una promozione, ci

ingegneremo a costituire un meccanismo per cui sia un collegio di esperti a

stabilire chi è meritevole>>.

D’Alfonso ha infine ricordato che <<il diritto alla salute è uno di quelli garantiti

costituzionalmente: bisogna allungare la filiera territoriale e per farlo dobbiamo

liberarci da schemi del passato, evitando che la risposta sia sempre

l’ospedalizzazione. Occorre risparmiare: non accadrà più che le spese per energia,

pulizia e manutenzione superino il costo della salute. I global service non

divoreranno più le nostre risorse: qui si paga a misura e si prende a corpo, e invece

dobbiamo riordinare i costi, il prodotto medicale deve tornare a essere la spesa

principale, e questo si realizza attraverso controlli precisi. Assumo l’impegno – ha

concluso – a far sì che i presidi sanitari abbiano un rendimento ottimale attraverso

risorse umane, tecnologiche, organizzative e finanziarie grazie alle quali il sistema

possa funzionare davvero>>.

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