Pescara. Al Liceo”G. Marconi” allarme bomba.Telefonata con accento arabo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(wn24)-Pescara –  Il momento è delicato, da tutti i punti di vista.Per non farci mancare nulla, questa mattina al Liceo “G: Marconi” di Pescara è arrivata una telefonata, preceduta da un fax ricevuto, però, martedì mattina dalla segreteria del plesso scolastico di via Marino da Caramanico. L’allarme bomba, invece, è arrivata da una voce con accento arabo. Gli studenti, per non creare eccessivo allarme,sono usciti dal Liceo con la scusa di una prova d’evacuazione.

Al grido di “Bomba nella vostra scuola, bomba nella vostra scuola, bomba nella vostra scuola, bomba nella vostra scuola”, questa mattina, intorno alle ore8.40 un uomo , con accento arabo,  ha telefonato alla scuola ricevuta da Paolo Sbraccia, uno degli uscieri del liceo Guglielmo Marconi, l’ex istituto magistrale di via Marino da Caramanico. Secondo il collaboratore scolastico “era una voce registrata, perché ho provato a chiedere chi era ma mi parlava sopra e dopo le tre ripetizioni la chiamata si è interrotta dopo 20 secondi”. Episodi che avvengono ciclicamente ma, nell’epoca dell’Isis, c’era qualcosa in più a spaventare Sbraccia: “Era una voce da uomo adulto, parlava con un marcato accento arabo, era molto agitato e urlava, proprio come i messaggi dell’Isis che si sentono in televisione, e in sottofondo c’era un forte vocio di altre persone”. “Di scherzi ce ne hanno già fatti, ma stavolta è stata davvero una brutta impressione”, ammette il collaboratore scolas

In pochi minuti si è attiva il protocollo d’emergenza: “Abbiamo detto ai ragazzi che si trattava di una prova d’evacuazione per non spaventarli”, racconta la vice preside Francesca Caporale, “avevamo appena fatto lezione sulla sicurezza lunedì scorso, quindi i ragazzi si sono radunati nei punti di raccolta senza problemi”. Quando arriva il personale della Questura, poco prima delle 9, circa 1500 ragazzi che frequentano i licei linguistico e tecnologico e gli istituti economico-sociale e per le scienze umane sono raccolti nel cortile; gli artificieri della polizia bonificano le 70 aule, gli uffici, la palestra, i corridoi dei 3 piani e gli spazi esterni ma non trovano nulla, dichiarano il falso allarme e in 45 minuti tutto può tornare alla normalità. “E’ stato uno scherzo di cattivo gusto, come se ne fanno da 30 anni per evitare i compiti in classe”, sostiene l’altra vice preside, Luciana Baldinozzi.

Uno scherzo preceduto di poche ore da un altro episodio analogo: è durante un’assemblea con i rappresentanti delle quinte classi, convocata alle 10:30, che le dirigenti scolastiche avvisano ufficialmente i ragazzi che non era una simulazione, e aggiungono di un fax ricevuto dalla segreteria martedì mattina, quando era carnevale e le lezioni erano sospese; un altro allarme bomba inviato tra il tardo pomeriggio di lunedì 16 e le prime ore del 17 febbraio.  “Qui a scuola c’eravamo solo noi del personale”, racconta un altro usciere, Marco Toro, “in segreteria hanno visto il fax e come oggi abbiamo chiamato la questura per la bonifica, fortunatamente non c’era nulla, un altro falso allarme”. “Il fax è stato consegnato alla questura che ha aperto un’indagine per procurato allarme”, chiarisce la vice preside Baldinozzi.

 

 

 

 

 

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