Basket. Roseto saluta Rauf.”Tornerò d’estate nella vostra bellissima città”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(wn24)-Roseto – Il Califfo torna negli Stati Uniti dopo tre giorni intensi trascorsi a Roseto, pieni di attività, ma carichi di gioia, affetto e amore. L’amore di una città che lo ha adottato come 25.001° abitante, rendendolo parte di una comunità anzi, di una grande famiglia riunita tra il Tordino e il Vomano. Rauf si è sentito parte di un tutto, che lo aveva abbracciato nel 2005 come un amico e nel 2015 lo ha ufficialmente riconosciuto come un “fratello”. Potremmo riempire intere cartelle di Word per scrivere su di lui: dalla NBA alla serie A, dalla sindrome di Tourette a quel “no” alla bandiera americana, simbolo, per lui, di oppressione e tirannia, alla malattia del figlio Ammar. Potremmo spendere intere ore guardando video con i suoi canestri più belli, magari nelle sfide con Jordan, Stockton, o leggendo le dichiarazioni dei suoi ex allenatori o compagni di squadra.

Alla fine è come se ci trovassimo ad un concerto: potremmo impiegare il nostro tempo a filmare col telefonino il gruppo che suona, oppure potremmo dedicarci a gustare ogni singolo accordo della chitarra, muovendo la bocca in playback in sincronia con il cantante.

Abbiamo avuto il Califfo tra noi, allora facciamo parlare lui:

“E’ difficile spiegare cosa significhi Roseto per me, un posto speciale che ha trattato me e la mia famiglia in modo fantastico, senza mai perdere i contatti. Quando mi chiedono di Roseto, racconto questo: nel 2005 ero in spiaggia con la mia famiglia in un momento di relax e mentre passeggiavamo, una bambina si è avvicinata e ha preso per mano uno dei miei figli ed ha iniziato a giocarci. Ecco, la gente di Roseto è così: anche se non conosci una persona, non è detto che questa non sia disposta ad aiutarti e ad accoglierti tra le sue braccia. Negli Stati Uniti il mio nome è conosciuto dato che ho giocato diversi anni in NBA, ma l’affetto che la gente di Roseto prova per me è qualcosa che mi gratifica oltre ogni misura e senza eguali. Questi tre giorni sono stati intensi per me, è vero, ma ho vissuto un’esperienza che mi ha fatto crescere e per questo sono grato ad ogni persona che ha voluto fare una foto con me, e ogni autografo firmato è stato per me un motivo di orgoglio. Il ritiro della maglia è  un vero onore, non so cos’altro aggiungere, se non che l’accoglienza che il PalaMaggetti mi ha riservato è stata assolutamente magnifica. Saluto gli amici di Roseto, anzi, dico loro “arrivederci” perché mi piacerebbe tornare d’estate. Vi lascio con questo detto tribale africano: un individuo ha senso solo se inserito all’interno di un “noi”. Indipendentemente dal colore della pelle, dalla confessione religiosa e dalla provenienza, tutti abbiamo bisogno dell’aiuto di qualcuno. A presto, amici miei, e grazie di cuore per quello che avete fatto per me!”  

                       Mahmoud Abdul-Rauf

Per riepilogare, Rauf è arrivato in Italia giovedì mattina ed è stato salutato ufficialmente dalla città di Roseto al Comune, con il sindaco di Roseto, Enio Pavone, che ha premiato lo statunitense con una targa commemorativa. Bella l’accoglienza dei tanti giornalisti presenti, con il califfo che si è commosso, evidentemente non preparato ad un simile affetto da parte dei rosetani dopo 10 anni. Nel pomeriggio, dopo una piccola dormitina all’Hotel Liberty, Rauf ha partecipato alla cena di Gala in suo onore all’Hotel Bellavista, dove ha firmato tantissimi autografi e ha posato in foto con quasi tutti i partecipanti. Bello il momento in cui è stato proiettato un video con alcuni momenti della carriera di Mahmoud. A fine cena, due sue divise sono state messe all’asta, con il ricavato devoluto all’associazione AIRC, per la ricerca contro il cancro. Venerdì, Ha fatto visita ai centri Dimensione Volontario di Roseto e Scerne, trascorrendo momenti colmi di emozione con i ragazzi diversamente abili. Riportiamo una bella frase pronunciata da Rauf davanti ai ragazzi:”Ognuno di noi ha delle forme di disabilità, che possono essere mentali o fisiche. Io, per esempio, ho la sindrome di Tourette, un disturbo neurologico. Ma non per questo mi sono fermato, e lo stesso fate voi ogni giorno. Sono le nostre debolezze a darci la forza di lottare“. 

Visita ai ragazzi dell’Under 19 biancazzurra durante l’allenamento, poi grande festa al PalaMaggetti durante Roseto-Imola: ritiro della maglia numero 5 prima del match (con l’ovazione dei 3000 spettatori presenti) e giro di campo con i ragazzi della curva. Momenti che resteranno indelebili nella memoria di tutti i presenti. Infine, questa mattina, il Califfo ha partecipato ad un incontro con alcuni studenti rosetani (circa 250) alla palestra D’Annunzio di Roseto, specificando che :”andare nelle scuole è la cosa che preferisco – spiega Mahmoud – perché stare a contatto con i ragazzi mi fa dimenticare tutti i problemi. Con i loro sorrisi, la loro spensieratezza ed euforia, potrei stare con loro per ore. Ho passato una mattinata stancante – ride, ndr – ma, diamine, quanto mi sono divertito!”. Rauf ha allestito rapidamente una competizione di tiro, vinta dall’alunna Ilenia Rampa, che si è aggiudicata un paio di scarpe da gioco del Califfo. 

 

 

 

 

CATEGORIE
Condividi