Roseto. Operazione DIA “Gambling”: gli Avv. di Luca Caporaletti contro i media e precisano che……

 

 

 

 

 

 

 

 

(wn24)-Roseto – Gli avv.ti Lorenza Croce e Gianluca Pomante, in qualità di difensori di fiducia del sig. Luca Caporaletti, in merito all’articolo oggi in primo piano su un giornale intitolato “NDRANGHETA E GIOCO, UN ARRESTO A ROSETO”, nonché a tutti gli articoli apparsi sui siti media web,evidenziano quanto segue e chiedono formalmente che tanto sia integralmente ed immediatamente pubblicato con analogo risalto sul medesimo quotidiano e su tutti i mezzi di stampae media web in indirizzo:

Riteniamo assolutamente lesiva l’espressione utilizzata nell’articolo “Ndrangheta e gioco un arresto a Roseto”, giacchè generalizzata e non riferibile personalmente al nostro assistito e dunque pregiudizievole per il ruolo e la professionalità dello stesso, nei confronti del quale non si sta procedendo per il reato di associazione di tipo mafioso. Evidenziamo la carenza di elementi indiziari a suo carico, coinvolto esclusivamente per aver sottoscritto dei contratti di collaborazione commerciale con l’azienda ritenuta affiliata alla cosca Tegano.

Ricordiamo che ITALIA GAME SRL lavora da anni per i concessionari di Stato Italiani senza mai essere stata coinvolta in alcun procedimento, neppure di natura amministrativa. E’ un’azienda che produce software e soluzioni di gioco e solo per questo è nel mirino degli investigatori. Tutto ciò appare eccessivo dovendo, per gli stessi motivi e ragionando per assurdo, essere indagate Microsoft per aver fornito windows e Telecom per aver fornito le linee telefoniche.

Siamo sicuri dell’assoluta estraneità di Luca Caporalettiin relazione all’intera vicenda e auspichiamo che i Media non diano più spazio a queste notizie tese unicamente a fare clamore, lasciandoci operare nella sede giudiziaria ove dimostreremo l’assoluta infondatezza, capziosità ed ingiustizia delle pesanti accuse rivolte nei confronti del nostro assistito.

Riteniamo inammissibile che un magistrato esponga al pubblico ludibrio gli indiziati di reato (allo stato “non colpevoli”) solo per soddisfare evidenti esigenze di notorietà ed esaltazione del proprio operato in spregio di ogni diritto costituzionale alla difesa e alla riservatezza, alla ricerca di un giudizio e di un’approvazione mediatica, che determinerà probabilmente i difensori alla valutazione di una richiesta di spostamento del processo per  incompatibilità ambientale e alla richiesta di intervento del Garante Privacy per limitare le comunicazioni della Procura alle reali esigenze investigative e di cronaca.

Pertanto, esprimiamo fermo disappunto sulla comunicazione del nominativo nonché pubblicazione della foto, per le quali stiamo interessando il Garante della Privacy perché assuma gli opportuni provvedimenti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CATEGORIE
Condividi