L’Aquila.Truffa agli enti pubblici:la GDF arresta tre persone e sequestra 170 milioni

(wn24)-L’Aquila – Tre persone arrestate e una quarta interdetta dall’esercizio della professione. La Guardia di Finanza de L’Aquila ha sequestrato 170 milioni alla “Confideuropa”. Per tutto questo l’accusa è di truffa ai danni di oltre mille enti pubblici e privati.

E’ in corso di notifica da parte dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’Aquila tre ordinanze di custodia cautelare, di cui una in carcere e due ai domiciliari, ed un provvedimento di divieto dell’esercizio dell’attività professionale emessi dal locale GIP su richiesta della Procura della Repubblica aquilana nei confronti di altrettanti soggetti responsabili dei reati di truffa aggravata, associazione per delinquere, abusiva attività finanziaria, false comunicazioni sociali, formazione fittizia del capitale, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza e di dichiarazione infedele.

Gli arrestati sono C.L. (classe ’63), M.G. (classe ’42), S.R. (classe ’40) nella loro qualità, rispettivamente, di Amministratore Delegato, Presidente del Collegio Sindacale e Presidente del Consiglio d’Amministrazione della Confideuropa S.c.p.a., con sede legale a L’Aquila ed unità operativa a Colleferro (RM). Il professionista raggiunto dal provvedimento di divieto dell’esercizio temporaneo dell’attività è A.A. (classe ’49) nella sua qualità di Sindaco supplente della Confideuropa S.c.p.a.

La vicenda che ha portato agli odierni arresti ha avuto inizio con un’ispezione antiriciclaggio avviata dagli investigatori delle fiamme gialle nel mese di aprile del 2014, a seguito di due segnalazioni: l’una proveniente dalla Banca d’Italia, concernente il presunto esercizio abusivo dell’attività svolta dalla Confideuropa S.c.p.a. e l’altra dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, avente ad oggetto alcune operazioni bancarie sospette poste in essere dal suo Presidente del Consiglio d’Amministrazione.

L’ispezione della Guardia di Finanza faceva emergere sin da subito ed in maniera inequivocabile che la società controllata, in assenza dei requisiti richiesti dalla legge, aveva emesso un numero elevatissimo di fideiussioni nei confronti del pubblico. Alla luce di ciò, informata della circostanza la locale Procura della Repubblica, venivano immediatamente avviate le indagini di polizia giudiziaria per far luce sull’effettiva operatività dalla Confideuropa e sui reali servizi finanziari dalla stessa resi. Nel corso delle investigazioni, i finanzieri rinvenivano ed acquisivano presso le sedi della società nonché presso il domicilio di alcuni indagati copiosissima documentazione afferente le fideiussioni emesse dalla società (più di mille) oltre che l’elenco dei consorziati.

Veniva così accertato che le garanzie erano state prestate in favore di soggetti fisici e giuridici non consociati ed enti
pubblici vari in palese violazione delle norme contenute nel Testo Unico Bancario che consentono ai cosiddetti confidi minori (qual è l’attività della Confideurpa) di garantire soltanto i consociati.

La Confideuropa, così operando, oltre ad esercitare abusivamente l’attività finanziaria, si sottraeva alla vigilanza della Banca D’Italia, occultando, di fatto, il reale oggetto sociale. Le numerose acquisizioni documentali e testimoniali eseguite dalle Fiamme Gialle permettevano inoltre di accertare che le assemblee della società non si
erano mai effettivamente tenute, specie quelle nelle quali veniva deliberato il ripianamento delle perdite o l’aumento del capitale sociale o comunque risultavano ideologicamente false. Nel ripianamento delle perdite erano infatti
state, solo formalmente, coinvolte società fallite o sottoposte a sequestro e gli aumenti di capitale sociale effettuati attraverso la costituzione di un Fondo di Garanzia Consortile, per un valore nominale pari a quasi 10.000.000 di euro, in cui confluivano i crediti “fittizi” delle medesime società fallite o sequestrate.

Ma la descritta e accertata formazione del falso fondo consortile di garanzia, oltre ad integrare i reati giù elencati, costituivano, così come scoperto dalla Guardia di Finanza, l’antefatto per la commissione di
numerosissime truffe sia nei confronti di circa 800 soggetti privati 8 che di circa 350
Enti pubblici. Veniva infatti accertato che i soggetti attinti dai provvedimenti cautelari appena eseguiti commercializzavano polizze fideiussorie fittizie, ossia del tutto prive di copertura finanziaria, così traendo in errore e danneggiando non soltanto i contraenti delle singole polizze (che pagavano un premio per una garanzia inesistente), ma anche i beneficiari finali delle polizze stesse che, in caso di insolvenza del soggetto contraente, non avrebbero mai potuto procedere all’escussione.

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