Calcio a 5. Acqua&Sapone:conquista la Coppa Italia piegando i Lupi per 3 a 1

Calcio a 5. Acqua&Sapone:conquista la Coppa Italia piegando i Lupi per 3 a 1

(wn24)-Montesilvano(PE) – Le lacrime del presidente Nando Barbarossa a fine partita valgono più di mille righe di cronaca. L’AcquaeSapone Unigross al Palafiera di Pesaro fa ancora la storia: batte la Luparense in una finale bellissima e viva fino all’ultimo secondo, cucendosi la coccarda tricolore sul petto. Finisce 3 a 1, ma prima di arrivarci c’è stato bisogno di Mammarella versione Spiderman e di un grosso spavento dopo 11’ della ripresa, con il gol di Lara. Poi furia nerazzurra, una squadra che incarna già lo spirito e la filosofia del suo coach, Pérez, che dopo soli due mesi vince il suo primo titolo in Italia.

 

Pérez conferma al fischio d’inizio lo stesso quintetto delle precedenti due gare di Coppa. Bocao, capitan Murilo, Calderolli e De Oliveira, con i due grandiex – Bertoni e Coco – inizialmente in panchina. Marin con le due bandiere Honorio e Taborda, Jefferson e Mello, quartetto aggressivo che pressa e costringe i nerazzurri a sbagliare qualche pallone di troppo. Come quello che chiama in causa Mammarella dopo 1’. La partita è proprio come ci si aspettava alla vigilia: tesa, spigolosa, aperta e vibrante. Dopo 5’ sono in campo tutti i “carichi pesanti” dei due roster. Ramon calcia da sinistra e trova ancora Mammarella, l’altro ex della serata, Bordignon, sul lato opposto spaventa Miarelli due volte nello stesso minuto. Dopo 7’20’’ i veneti colpiscono un palo con Taborda dalla distanza. La risposta è firmata De Oliveira dopo 9’ con un colpo di testa ravvicinato e da Murilo con un pallonetto che per poco non sorprende Miarelli. Le due squadre tirano un po’ il fiato dopo il primo quarto di gara, inevitabile dopo aver giocato già due volte nei tre giorni precedenti. Resta più propositiva la Luparense, che calcia anche dalla distanza, guadagnando piazzati in zona d’attacco che costringono Bocao e compagni a schiacciarsi troppo. Il primo break interessante dei nerazzurri è firmato da Murilo al 15’: palla rubata sui dieci metri e sinistro violento troppo addosso al portiere. A 3’ dall’intervallo, 5° fallo da gestire per la squadra di Pérez, che sbanda e deve dire grazie ancora a Mammarella fantascientifico su Mello al 18’. Quando il portierone chiede l’intervento dello staff medico per un fastidio alla spalla, riceve l’ovazione di tutto il palazzetto di Pesaro.

 

Il secondo tempo si apre dopo 4’ e mezzo con Mello che di destro da lontano, su angolo, piega la mano di Mammarella e trova traversa. Super palla gol per Murilo che inventa uno sfondamento centrale e calcia con la punta del piede sinistro, trovando ancora Miarelli reattivo. Se ne va anche il terzo quarto della finale in un equilibrio quasi perfetto, con la stanchezza che affiora e anche la paura di commettere un errore che potrebbe essere determinante. La palla scotta e non è facile. A 9’ dalla fine, l’episodio che sblocca la gara: rinvio improvviso di Miarelli, la palla carambola sulla schiena di Lima e diventa un assist perfetto per Lara, che può infilare Mammarella da due passi e quasi non crede ai suoi occhi.

 

Mancano 9’, ora o mai più pensano i ragazzi di Pérez. Il tempo di armare la reazione e arriva il numero da fenomeno puro di Lukaian: stop di petto e girata che non dà scampo al portiere veneto. Pari, si ricomincia. Ma i nerazzurri non vogliono gestire. Premono forte sull’acceleratore e in un minuto confezionano il sorpasso: Calderolli va a pressare Miarelli su un pallone apparentemente innocuo, lo scavalca e arriva dentro la porta con la palla. Il 2 a 1 è realtà. Meno di cinque minuti alla fine e Marin gioca subito con Taborda portiere di movimento. Il giro palla dei Lupi funziona, a 2’ dalla fine Ramon fallisce incredibilmente la palla del pari da zero metri. Mammarella bacia l’amico palo. La Luparense perde fiducia, concede la palla del match a Murilo, che non la fallisce: 3-1. La Coppa Italia torna a colorarsi di nerazzurro.

 

ACQUAESAPONE UNIGROSS – LUPARENSE 3-1 (p.t. 0-0)

ACQUAESAPONE UNIGROSS: Mammarella, Lima, Bordignon, Murilo, Calderolli, Lukaian, De Oliveira, Bocao, Bertoni, Coco Wellington, Jonas, Casassa. All. Pérez.

LUPARENSE: Miarelli, Tobe, Ramon, Taborda, Honorio, Jesulito, Duric, Jefferson, Lara, Mello, Etilendi, Leofreddi. All. Marin.

ARBITRI: Malfer di Rovereto, Ziri di Barletta, Colombi di Tivoli, crono Di Stefano di Albano Laziale.

MARCATORI: nel s.t. 10’49’’ Lara (L), 14’12’’ Lukaian (A), 15’16’’ Calderolli (A), 19’53’’ Murilo (A).

NOTE: spettatori 1.000 circa; espulsi ; ammoniti Bocao (A), Jesulito (L), Murilo (A), Taborda (L).

LE INTERVISTE

Il presidente Nando Barbarossa si commuove alla sirena di fronte alla festa incontenibile dei suoi ragazzi e di tutto il suo staff. “Bellissimo, è stata una finale durissima, contro un avversario di valore indiscutibile. Ma siamo stati davvero bravi e adesso pensiamo ai prossimi obiettivi. Vogliamo divertirci ancora”, dice.

Con lui anche il fratello Marco Barbarossa: “L’umiltà il segreto di questo trionfo. Abbiamo lavorato, abbiamo fatto anche scelte difficili, ma sapevamo di poter costruire qualcosa d’importante e oggi ne raccogliamo i frutti. Davvero una giornata emozionante per noi, soprattutto per noi padre, Enio, che ci ha seguiti dalla tv”.

Il ds Gabriele D’Egidio senza più un filo di voce salta e canta come un indemoniato: “Questa è la vittoria di tutte le persone che lavorano per questo club, che credono in questo progetto e che danno ogni giorno il centodieci per cento per questa maglia. Siamo felicissimi, ora festeggiamo, ma abbiamo ancora degli obiettivi per cui lottare e presto ci metteremo a lavorare per cercare di raggiungerli”.

In campo è commosso anche Tino Pérez, arrivato da poco in Italia, ma già capace di confermare la sua fama europea di vincente: “La chiave della vittoria? Il lavoro, la squadra non ha mai smesso di farlo, anche durante la finale, durissima, contro questa Luparense che non ci ha concesso nulla e ci ha punito al primo vero episodio favorevole. A loro i nostri complimenti, restano il nostro primo rivale in questa stagione e sono certo che il duello proseguirà. Se ci avrei scommesso su questa Coppa? Io in questa squadra credo ciecamente, poi c’è un lavoro di equipe che funziona alla perfezione e una società incredibile alle nostre spalle, che ci dà sempre stimoli per dare il massimo e competere”.

Stefano Mammarella, premiato come miglior giocatore della manifestazione, va subito dalla moglie Manuela e dai piccoli Mattia e Davide per condividere l’ennesimo trofeo di una carriera mostruosa: “Un momento bellissimo, che la squadra ha meritato lottando e dando tutto fino alla fine. E pensare che un anno fa rischiavo di non poter giocare più. Devo tantissimo al dottor Iannacone, al fisioterapista Ulisse, al prof Aiello e al mio preparatore, Luca Di Eugenio”.

Dopo le lacrime, capitan Murilo alza la Coppa Italia al cielo, la seconda della storia nerazzurra (quarto titolo con Supercoppa e Winter Cup) e la festa può iniziare.

 

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