Progetto Gran Sasso Laga (ICH).Partenariato tra studiosi per valorizzare e promuovere l’area

Progetto Gran Sasso Laga (ICH).Partenariato tra studiosi per valorizzare e promuovere l’area

(wn24)-Fano Adriano(TE) – Valorizzare, promuovere e tutelare il patrimonio immateriale dell’area del Gran Sasso e dei Monti della Laga, questo l’obiettivo di Gran Sasso Laga ICH (Intangible Cultural Heritage) il progetto nato dal partenariato tra studiosi del patrimonio culturale abruzzese (Associazione Bambun per la ricerca demo-etnoantropologica e sociale e Associazione LEM-Italia) e progettisti per lo sviluppo locale (PanSpeech srl e Associazione Itaca), che coinvolge 8 comuni montani della provincia di Teramo compresi nel cratere aquilano del 2009 ovvero: Arsita, Castelli, Colledara, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Tossicia. Un progetto significativo e importante, i cui risultati verranno presentati venerdì 29 giugno 2018, alle 17 nella Sala Polifunzionale del Comune di Fano Adriano (TE), in Corso Vittorio Emanuele III, n. 2. 

 Hanno anticipato i contenuti del progetto al Consorzio Bim Silvia Pallini, ricercatrice LEM-Italia, Gianfranco Spitilli uno dei coordinatori del progetto, i sindaci di Colledara, Manuele Tiberii; di Castelli, Rinaldo Seca, di Fano Adriano, Adolfo Moriconi, e Montorio al Vomano, Ennio Facciolini.

Finanziato dal Programma di Sviluppo Restart, previsto dalla Legge 125 del 6 agosto 2015 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), Gran Sasso Laga ICH si pone l’obiettivo di creare un inventario del patrimonio culturale immateriale, di consolidarne la trasmissione fra le generazioni e promuovere itinerari culturali originali per supportare l’incremento dell’attrattività turistica dei comuni coinvolti. Una iniziativa volta dunque alla scoperta, valorizzazione e fruizione condivisa del patrimonio immateriale dell’area del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Il progetto, destinato a essere implementato, ha visto in questa sua prima fase di attuazione la documentazione e l’inserimento nel portale www.gransassolagaich.it di 24 beni immateriali (3 per ogni comune), 8 eventi legati alla valorizzazione degli stessi beni da parte delle comunità e 8 esperienze da vivere con i depositari dei saperi legati al patrimonio culturale immateriale  dell’area Gran Sasso-Laga: dai canti alla preparazione di particolari alimenti, dalla condivisione di tradizioni rituali alle conoscenze relative ai cicli produttivi del territorio, ereditati dal passato e oggi in possesso di un numero sempre più ristretto di persone.

Il patrimonio culturale immateriale del Gran Sasso e dei Monti della Laga – spiegano i referenti delle associazioni coinvolte – è oggi fortemente a rischio a causa dello spopolamento delle aree interne e della perdita della memoria individuale e collettiva, accelerata dalle conseguenze socio-culturali ed economiche provocate dal terremoto. 

Gran Sasso Laga ICH, nello spirito delle convenzioni UNESCO, riconosce la necessità di considerare la persona e i valori umani al centro di un’idea ampia e interdisciplinare di eredità culturale; ritiene la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale un’azione essenziale per la promozione di una crescita sociale, culturale ed economica del territorio; promuove il valore e il potenziale di un’eredità culturale usata saggiamente come risorsa per lo sviluppo sostenibile e per la qualità della vita, per la piena realizzazione della persona umana in una società in costante evoluzione”.

Fondandosi sulla mediazione diretta tra le comunità e gli attori dello sviluppo locale – commenta Mauro Vanni presidente dell’Associazione Itaca – nonché sull’elaborazione di un protocollo del turismo sostenibile, Gran Sasso Laga ICH intende promuovere la conoscenza del patrimonio culturale immateriale dell’area e favorire lo spirito di accoglienza da parte degli attori locali attraverso la condivisione di esperienze pratiche tra il visitatore e l’individuo o la comunità depositari dei saperi della tradizione, stimolando la partecipazione e la consapevolezza delle comunità circa le dinamiche di costruzione dell’attività turistica locale”.

 

 

 

 

 

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