“Fiera della Pastorizia” a Piano Roseto: 160° edizione. Molti allevatori non parteciperanno per protestare contro le istituzioni
Io, come tanti colleghi, faccio l’allevatore e svolgo il mio lavoro con passione e sacrifici. Oggi però lo Stato ci chiede di diventare dei “burocrati”, di rispettare leggi “cervellotiche”, divieti improponibili e scadenze assurde e, per chi non lo fa o meglio, non riesce a farlo, ci sono multe salatissime- aggiunge Caterini , allevatore di Valle Castellana- così perdiamo tempo, risorse e denaro andando dietro ai comuni, che spesso hanno macchine amministrative lente e con tempistiche che mal si sposano con il nostro lavoro. Solo per fare un esempio talvolta per spostare le greggi da un territorio all’altro dobbiamo attendere i ben noti “tempi biblici” della burocrazia italiana, intanto i capi di bestiame muoiono, anche per mancanza di acqua e di foraggiamento, e se decidiamo di muoverci, ma siamo sprovvisti di tutte le autorizzazioni ferme presso qualche ufficio comunale, ci multano come se fossimo criminali.
La stessa burocrazia rallenta i pagamenti dei cosiddetti “contributi Pac”, quelli che dovrebbero tutelare e supportare chi veramente vive e fa vivere l’agricoltura, specie nelle aree montane e svantaggiate come le nostre, e questo crea enormi disagi a chi non ha capitali propri per poter mandare avanti la baracca o non ha liquidità da impostare per la sopravvivenza. Bastano infatti anche poche settimane di ritardo (quando va bene) nell’erogazione di questi contributi per mettere in ginocchio un piccolo allevatore ed il suo mondo.
Se a ciò si aggiunge che, i prezzi di vendita al dettaglio di carni, formaggi e animali vivi sono fermi a circa venti anni fa e che, sempre più spesso, i grandi gruppi di acquisto e distribuzione impongono agli allevatori teramani ed abruzzesi dei prezzi d’acquisto così bassi da non coprire nemmeno i costi, il quadro credo sia ancora più chiaro, tant’è che ogni giorno ci chiediamo chi ce lo fa fare ad andare avanti in questa professione.
Per questi – conclude Battista Caterini – e tanti altri motivi non parteciperò, e come me tanti colleghi, alla 160° edizione della “Fiera della Pastorizia”, anche per protestare contro l’immobilismo delle associazioni, degli enti, delle istituzioni e di quanti dovrebbero tutelare e proteggere la categoria degli allevatori e invece restano immobili mentre tutto va a rotoli. La “Fiera della Pastorizia” dovrebbe essere un momento di festa, una vetrina per il nostro mondo, un evento promozionale a sostegno della categoria, oggi invece appare come un evento sinceramente vuoto e con poco senso di esistere vista la brutta china che sta prendendo questa storica attività”.