FAI 10° censimento “I luoghi del cuore”: ecco quelli più votati in Abruzzo

FAI 10° censimento “I luoghi del cuore”: ecco quelli più votati in Abruzzo

(wn24)-Redazione – Era il 6 maggio 2020 quando, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, il FAI – Fondo Ambiente Italiano dava il via con grande passione civile alla decima edizione de “I Luoghi del Cuore”, promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo. 

L’invito rivolto agli italiani, potente e di notevole impatto emotivo, era quello di esprimere l’amore per il proprio Paese in un momento di così grande difficoltà, votando i luoghi a loro più cari, quelli di cui avevano sentito fortemente la mancanza nei giorni passati giocoforza chiusi in casa e a cui avrebbero voluto assicurare, grazie a questo censimento, tutela e valorizzazione. E la risposta a questa esortazione è stata davvero eccezionale: i voti raccolti fino al 15 dicembre, giorno di chiusura dell’iniziativa, sono stati 2.353.932il miglior risultato di semprecon oltre 39.500 luoghi segnalati in 6.504 Comuni d’Italia (l’82,3% del totale).

CLASSIFICA DEI LUOGHI PIU’ VOTATI IN ABRUZZO*

*luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti

Posizione in classifica nazionale VOTI LUOGO DEL CUORE
22.442Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, Sulmona (AQ) 
26°10.792Faro di Punta Penna, Vasto (CH)
28°10.401Grotte e Cascata di Stiffe, San Demetrio né Vestini (AQ) 
71°5.287Castello di Roccascalegna (CH)
91°4.325Chiesa della Santa Croce con Via Crucis, Pizzoli (AQ) 
113°3.641Chiesa della Santissima Trinità, Ortona (CH)
151°2.837Istituto Regina Margherita, Teramo
172°2.523Borgo Universo, Aielli (AQ) 

 Luoghi della classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”

Luoghi della classifica speciale “Luoghi storici della salute”

Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, Sulmona (AQ)

Luogo di grande valore spirituale dove, secondo quanto si narra, l’eremita Pietro da Morrone fu raggiunto nel 1294 dai messi papali che gli annunciarono l’elezione al soglio pontificio come Celestino V, da cui abdicò dopo pochi mesi pronunciando “il gran rifiuto” citato da Dante nell’Inferno. La grotta che fu rifugio del Santo Eremita è inserita nel percorso di visita e i devoti, seguendo un rito apotropaico, vi si stendono per guarire i dolori articolari. L’eremo risale al XIII secolo: dal suo straordinario belvedere la vista domina l’Abbazia di Santo Spirito a Morrone – il più importante insediamento della congregazione dei Celestini, fondato a fine ‘200 – lo storico campo di prigionia 78, attivo dal 1940 al 1943, e l’intera Valle Peligna. L’obiettivo della raccolta voti del comitato “Custodi dell’Eremo di Celestino V” al censimento, dopo le difficoltà seguite al terremoto del 2009 e al disastroso incendio del Monte Morrone che lambì l’edificio nel 2017, è quello di restaurare gli affreschi trecenteschi della cappella e mettere in sicurezza l’accesso alla grotta. Il luogo, al secondo posto della classifica speciale Italia sopra i 600 metri si aggiudica il premio poiché il primo luogo della classifica è anche il vincitore nazionale (i premi da regolamento non sono cumulabili).

Faro di Punta Penna, Vasto (CH)

Con i suoi 70 metri di altezza, è il secondo faro più alto d’Italia dopo la Lanterna di Genova. Si trova su un promontorio presso il porto di Vasto, luogo scelto per la posizione strategica. Quello che vediamo oggi è il risultato di una serie di ricostruzioni; l’ultima, seguita ai gravi danni dell’ultima guerra mondiale, risale al 1948. Il faro si presenta come una costruzione in muratura a forma di torre. Una scala a chiocciola di 307 scalini conduce alla sommità, dove la vista spazia dalle montagne più alte dell’Appennino Abruzzese alla costa da Ortona al Gargano.

Grotte e Cascata, Stiffe (AQ)

Complesso di grotte carsiche all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, che sono tecnicamente una “risorgenza”, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo; nel caso di Stiffe questo punto si trova all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo. Sono accessibili al pubblico dal 1991 e costituiscono oggi uno dei principali siti naturalistici del territorio aquilano, facendo registrare annualmente oltre 40.000 presenze. Il comitato “Amici delle Grotte e della Cascata di Stiffe” ha promosso la raccolta voti al fine di ottenere un nuovo sistema di monitoraggio ambientale per preservare l’ecosistema del luogo oltre ad altre azioni, come la sistemazione del viale che dal parcheggio porta alla biglietteria e il rifacimento della cartellonistica, che ne permetterebbero una più adeguata fruizione. Il bene rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Castello di Roccascalegna (CH)

Da uno sperone roccioso il Castello di Roccascalegna domina le colline a sud est della Maiella comprese tra i corsi dei fiumi Sangro e Aventino. Il complesso fortilizio vuole le sue origini nel VII secolo d.C., a opera dei Longobardi che si insediarono nell’Abruzzo meridionale e in Molise. Dubbia l’origine del suo nome, che sembra poter derivare da “Rocca scala lignea”, con riferimento alla presenza di una scala di accesso al luogo presente ancora nello stemma del paese, anche se il toponimo, più credibilmente, parrebbe risalire al termine “Rocca-scarengia”, derivante da “scarenna”, cioè il fianco scosceso di una montagna. Il comitato “Amici del Castello medievale di Roccascalegna”, composto principalmente dalla Pro Loco, si è attivato al censimento con l’intento di valorizzare e promuovere questo luogo simbolo per i cittadini roccolani.

Chiesa della Santa Croce con Via Crucis, Pizzoli (AQ)

Chiesa a pianta ottagonale della metà del ‘600, sorge sopra la pineta che sovrasta l’antica chiesa parrocchiale di Santo Stefano al monte e nei pressi del Castello Dragonetti-De Torres. Ci si arriva attraverso una Via Crucis nella pineta che in origine si sviluppava attraverso cinque edicole in muratura, mentre le rimanenti stazioni erano segnate da croci di ferro, poi asportate negli anni Cinquanta. Delle edicole e della Chiesa restano soltanto le strutture esterne. La chiesa ha bisogno urgente di restauro in quanto la copertura è ormai crollata e del portale è rimasto solamente l’architrave in pietra bianca tipica della zona. Per l’edificio è stato redatto dal Comune di Pizzoli e dalla Parrocchia di S. Stefano un progetto di restauro che coinvolge, oltre alla Chiesa e alla Via Crucis, anche l’area verde circostante. Il piano, approvato e finanziato in parte dalla Soprintendenza dell’Aquila, non ha mai visto la sua realizzazione a causa dei sismi del 2009 e del 2016-17 che hanno interessato rispettivamente L’Aquila e il Centro Italia. Il bene rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

Chiesa della Santissima Trinità, Ortona (CH)

La chiesa fu edificata all’inizio del XVII secolo su iniziativa dei frati minori cappuccini e ultimata nel 1626 come testimonia la data incisa sul portale. Sui fianchi della chiesa si trovano il campanile a vela, in posizione arretrata a destra dell’edificio, e l’ex convento dei frati cappuccini, oggi inglobato all’interno del cimitero di Ortona, situato sulla sinistra della chiesa. Oggi presenta le stesse sembianze della costruzione iniziale, con un portichetto prospiciente la facciata. All’interno è situato un tabernacolo ligneo intarsiato e l’altare maggiore anch’esso ligneo che ospitava alcune tele seicentesche tra le quali l’Incoronazione della Vergine di Giovan Battista Spinelli (1613 – 1658), oggi custodita al Museo Civico. Attualmente la chiesa è chiusa, in quanto pericolante. La messa in sicurezza dell’edificio è sicuramente l’azione prioritaria per evitare che il tempo aggravi le già precarie condizioni strutturali.

Istituto Regina Margherita, Teramo

La storia dell’edificio che ospitò l’Istituto Regina Margherita attraversa diversi secoli. Prima monastero benedettino con il titolo di “San Benedetto Abate”, fu quindi abitato dai gesuiti fino al 1573, anno in cui passò ai cappuccini fino alla soppressione nel 1811. Riaperto nel 1816, fu chiuso definitivamente nel 1866 e ceduto al Comune di Teramo. Successivamente il Comune cedette alla Provincia di Teramo il convento dei Cappuccini dove sarebbero state trasferite le ragazze dell’orfanotrofio di S. Carlo, avendone in cambio l’edificio dell’orfanotrofio destinato a diventare il Nuovo Palazzo di Giustizia. L’inaugurazione della nuova sede dell’orfanotrofio avvenne il 14 marzo 1879. Qualche giorno prima era stato approvato un nuovo Statuto e contestualmente fu approvata anche la proposta degli amministratori di intitolare quest’ultimo alla Regina Margherita di Savoia, che aveva dato il suo previo assenso. Il nuovo orfanotrofio visse un lungo periodo di sviluppo e crescita grazie ad alcuni illuminati presidenti e grazie alle cure delle Suore della Congregazione della Carità che lo gestivano. La presenza di queste suore, che operarono ininterrottamente per 144 anni, caratterizzò fortemente l’attività dell’Orfanotrofio Regina Margherita e ne determinò un impulso straordinario dal punto di vista assistenziale, organizzativo e pedagogico. Il comitato “Regina Margherita Luogo del Cuore lo ha fatto votare per promuoverne la conoscenza.

Borgo Universo, Aielli (AQ)

“Balcone della Marsica” a 1.030 metri sul livello del mare, dove le pareti degli edifici sono diventate tele e i vicoli si sono trasformati in una galleria d’arte. Agellum fu vicus romano sorto da un precedente nucleo dell’Età del Ferro; nel 1347 il Conte dei Marsi Ruggero II dispose la ricostruzione di torri e fortificazioni, attestate dal X secolo, e dopo il prosciugamento del Lago Fucino a metà Ottocento, la popolazione scese a valle, dando vita al moderno nucleo di Aielli Stazione, che si sviluppò dopo il terremoto del 1915 e che vanta una chiesa con vetrate di Galileo Chini. L’idea di trasformare Aielli in un museo a cielo aperto attraverso la street art è nata nel 2017 come progetto di riqualificazione paesaggistica, per dare nuova linfa al paese.

Il fulcro di Borgo Universo è la Torre delle Stelle (del 1356), l’osservatorio astronomico più alto dell’Italia centrale, che comprende un planetario e un museo. Il comitato Rinascita Borgo Universo auspica il rilancio attraverso un turismo lento, rispettoso dell’ambiente montano e del tessuto del luogo, fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo della comunità che resiste allo spopolamento. Il borgo rientra nella classifica speciale Italia sopra i 600 metri.

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