Direttore USR Marche e messaggio sulla Festa Liberazione: Docenti e studenti chiedono le dimissioni e manifestano ad Ancona
(wn24)-Ancona – La risposta è stata dura e anche carica di prospettive non certamente positive per “l’Attore” della vicenda scoppiata il 25 aprile scorso. “Per il bene della scuola italiana è meglio che Filisetti le stia lontana”.
Con questo motto studenti e insegnanti hanno manifestato oggi ad Ancona contro il direttore dell’ufficio scolastico regionale delle Marche Marco Ugo Filisetti, autore di un contestato messaggio per la Festa della Liberazione, chiedendone le dimissioni.
L’appuntamento era sotto la sede del Provveditorato, che si trova, ironia della sorte, in via XXV Aprile ma le forze dell’ordine hanno fatto spostare i manifestanti nel vicino parcheggio di via Michelangelo per la presenza di un cantiere. Una trentina di persone tra movimento studentesco, Gulliver, Officina Universitaria, Priorità alla scuola e politici (il consigliere comunale Francesco Rubini) ha sventolato cartelli. Insieme a loro anche una rappresentanza di insegnanti di una scuola primaria di Porto Recanati, che sta combattendo per evitare classi ghetto per le quali Filisetti non avrebbe dato soluzioni.
Il presidio è stato indetto dal coordinamento studenti Ancona dopo la lettera del provveditore ritenuta di “stampo pro-fascista”. “Non possiamo più rimanere in silenzio, anche se in silenzio non ci siamo mai stati. Ma scendiamo in piazza oggi, come studenti universitari ma soprattutto come giovani e come attivisti – ha detto Margherita Reinini, di Gulliver Ancona – dopo l’ennesimo messaggio del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale in cui si assiste ad un miserabile revisionismo storico.
Dopo aver invitato gli studenti a prendere le armi in occasione della Giornata delle Forze armate, facendo già risaltare una matrice di stampo chiaramente ‘cameratista’, questa volta sono state pronunciate parole becere per la Liberazione. Il direttore, nonostante il ruolo che ricopre, non sembra essere a conoscenza della storia contemporanea. L’Italia non era divisa tra persone che difendevano ‘ognuno i propri sogni’: il nostro Paese era diviso tra chi usava la violenza per imporre il proprio dominio e chi cercava la libertà per tutti e tutte”. “Appoggiamo i ragazzi – hanno detto alcuni Docenti – è vergognoso quel messaggio, equiparando fascisti e partigiani viene meno il senso del 25 aprile”.