L’Aquila. Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile: rafforzate le misure di sicurezza 

L’Aquila. Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile: rafforzate le misure di sicurezza 

(wn24)-L’Aquila – Si parla apertamente oramai di coma irreversibile per Matteo Messina Denaro, il boss che è riuscito a sfuggire per 30 anni alle forze dell’ordine. Secondo i sanitari il   coma irreversibile è subentrato  ieri sera. Ora al suo capezzale al San Salvatore de L’Aquila si trova la figlia Lorenza Alagna. Nel frattempo sono state rafforzate le misure di sicurezza 

 Il 62enne boss mafioso è ricoverato nella cella del reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, assistito dagli specialisti della terapia del dolore che lo hanno in carico da alcuni giorni dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica. Al boss è stata sospesa l’alimentazione parenterale per endovena. I sanitari stanno gestendo la fine dell’ex superlatitante. Intanto, sia la Direzione sanitaria della Asl dell’Aquila sia le istituzioni, all’erta dall’8 agosto scorso giorno del ricovero, stanno organizzando le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia, rappresentata dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza, riconosciuta recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila nello scorso aprile. E in questo quadro sono state rafforzate le misure di sicurezza assicurate da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza con il sostegno dell’Esercito oltre a tanti uomini in borghese che da circa un mese e mezzo presidiano la struttura sanitaria.

 Il 62enne nel testamento biologico avrebbe manifestato la volontà di non subire l’accanimento terapeutico con l’utilizzo
delle macchine per essere tenuto in vita. Per questo anche con l’assenso della famiglia da alcune settimane è stato sottoposto alla terapia del dolore con la interruzione della chemioterapia
e con il paziente che è passato in carico al reparto di rianimazione competente nella terapia del dolore, diretto dal professore Franco Marinangeli, e non più all’equipe oncologica diretta dal professor Luciano Mutti.
Al capezzale la nipote e legale Lorenza Guttadauria e la giovane figlia Lorenza, riconosciuta recentemente ed incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila nello scorso mese di aprile.

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