Il Calderone: Sotto l’effetto serra il ghiacciaio più meridionale d’Europa

Il Calderone: Sotto l’effetto serra il ghiacciaio più meridionale d’Europa

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Il ghiacciaio del Calderone é posto tra le cime della vetta centrale,orientale,occidentale del Corno Grande situate nel Gran Sasso d’Italia il monte più’ elevato degli Appennini ,che a mo’ di bastioni proteggono “l’interno” del ghiacciaio dal calore del sole. E’ la fredda ombrosa conca del Calderone: in questa vi e’ racchiuso il ghiacciaio più’ meridionale d’Europa, situato a 42°di latitudine nord, primato concesso dopo lo scioglimento del suo diretto concorrente del “Corrai di Veleta” situato nella Sierra Nevada spagnola a 38° gradi di latitudine.

Anche in dimensioni ridotte, il Calderone presenta tutte le caratteristiche morfologiche di un ghiacciaio alpino,con crepacci longitudinali e trasversali: esso e’ monitorato dalla comunità scientifica in quanto risente dell’effetto serra in modo eclatante perche’ con l’avvicinarsi dell’estate esso scompare sotto la massa detritica quasi per comunicarci “l’anno prossimo sarò’essere ancora visibile?” ed e’ un termometro molto sensibile alle variazioni climatiche che sono in atto sul pianeta. Il ghiacciaio del Calderone costituisce una rarita’ climatica,essendo posto tra i 2600m s.l.m. ed i 2850m s.l.m. Rappresenta l’ultimo residuo dei grandi ghiacciai del periodo del quaternario, basti pensare che circa 15.000 anni fa si estendeva da Campo Pericoli,alla vai Maone, fino al vallone delle cornacchie, esso si generava da una altitudine di 1200- 1500m s.l.m; i segni evidentissimi della sua inesorabile ritirata sono visibili oggi con le conche moreniche cariche di detriti fasciate durante l’inesorabile ritiro del ghiacciaio. Il ghiacciaio e’ dentro un anfiteatro,uno spettacolo,che esso si apre alla vista dal palco delle cime, per tutti; una superficie di ghiaccio,detriti giogaie. La poesia che esso trasmette ad un attento escursionista e’ impagabile: girando lo sguardo ad est da questo paesaggio alpino, il mare Adriatico e’ li a due passi con il suo azzurro, l’aria fine delle alte quote, il silenzio tombale “assordante” in quanto non siamo piu’abituati al silenzio perche’ presi dal ritmo frenetico della vita moderna. Il “Calderone” lo si può’ ammirare, per quello che ne rimane ,dalla parte nord est salendo in alto sulle creste del Corno Grande. Attualmente, con l’estate torrida del 2003 la coltre di ghiaccio si e’ assottigliata ulteriormente ed ha scoperto del ghiaccio di colore verde di circa 100 anni fa (visibile). D’estate la coltre di ghiaccio e’ sepolta da migliaia di metri cubi di detriti roccia e questo dovrebbe svolgere il compito di protezione dal calore in quanto esse fungono da schermo. L’acqua di fusione scorre sotto le rocce si raccolgono in un laghetto glaciale chiamato “lago Sofia”.

La sua formazione e’ molto legata al clima: vi sono estati per il quale abbiamo la formazione (segno di alta temperature) e altre estati non vi e’ traccia (temperature basse), esso come accennato in precedenza e’ un termometro unico nel panorama europeo dei ghiacciai per la sensibilità’ alle variazioni climatiche. Se il ghiacciaio del Calderone e’ sopravvissuto a queste latitudini lo si deve soprattutto a fattori di microclima come l’esposizione a nord e all’ombra del vette del Corno Grande: esso ci ricorda che fa parte di tutti noi del nostro vivere quotidiano, e’ un abruzzese di nascita ed e’ nostro perciò’esige rispetto. Tutti i ghiacciai del pianeta Terra lo chiedono per il bene di noi stessi perche’ se non vengono “ascoltati” saremo in guai molto seri. Con questo articolo cari lettori vorrei trasmettervi Vemozione che grazie a Dio provo ancora vedendo il nostro Gran Sasso. Il mio impegno sara ‘ quello di farvi entrare, con umiltà nelle cose segrete della nostra montagna che conosciamo molto poco pur avendola a 50 km di distanza. Facili itinerari alla portata di tutti per connettervi con la positività ‘ nascosta della natura che trasmette facendoci comprendere il “non mistero” della creazione.

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