Un’azienda abruzzese monitorizza gli incidenti nucleari

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Quando si parla di fuga di cervelli, immaginiamo uno scenario in cui i migliori talenti, i laureati con i voti più alti, i ricercatori e gli scienziati in erba, appena constatata l’impossibilità di trovare opportunità di lavoro scappano verso paesi più civili, paesi in cui il merito è un valido biglietto da visita per intraprendere una carriera di successo. Addirittura anche in sede politica si è pensato di porre rimedio a questo fenomeno incentivando il rientro dei “cervelli” con proposte di lavoro importanti e la garanzia di poter svolgere la propria attività senza rinunce e nel segno del bene generale. Intanto, acclarato che negli altri paesi europei le opportunità sono sicuramente maggiori per chi abbia qualità, meriti e fantasia da mettere a frutto e che la vecchia Italia ha ormai consolidato l’immagine di un paese votato alla corruzione e alle raccomandazioni dei politici, ci chiediamo se in questo paese non ci sia rimasto proprio nessuno in grado di innovare, fare ricerca o proporre nuovi modi di fare economia. A questo proposito, qualche giorno fa, ci è capitato tra le mani un articolo sulle attività più importanti della Commissione Europea che ci ha fatto sobbalzare. Il Bando di gara per lo sviluppo ECURIE e dei sistemi di call-out per gli incidenti nucleari e  radiologiche a livello planetario, pubblicato dal Centro Comune di Ricerca (CCR), Istituto per l’ambiente e la sostenibilità , per lo sviluppo di una  web-application di elevata affidabilità orientata alla creazione di notifiche  nel quadro del Consiglio 87/600 Euratom (ECURIE). Il sistema che prevede un insieme di sistemi di allarmi automatici verso le autorità competenti attraverso qualsiasi tipo di sistemi di comunicazione (telefoni, fax, email etc), in caso di incidenti nucleari e radiologici, si basa su una rete di stazioni di rilevamento dislocate sul territorio degli Stati membri in grado di inviare e ricevere messaggi di notifica verso le autorità competenti.

Ebbene, la gestione del sistema sulla base di specifiche competenze riscontrate a livello europeo, è stata affidata dalla JRC alla società Ecohmedia diretta dai pescaresi Paolo Campana, Franco Silvi e Fabio di Nicola e che vede Lorenzo Castrico di Pescara e Vincenzo Casolani di Roseto nel team di sviluppo tecnico. Questo non è l’unico esempio virtuoso che l’Abruzzo potrebbe vantare. Basta ricordare che in provincia di Teramo esistono società informatiche come Engineering (a Mosciano  ) che occupa più di 150 tra ingegneri ed informatici provenienti da ogni parte d’Italia. La Divisione Energy & Utilities di Engineering, è il più grande polo informatico italiano dedicato a questo settore, con oltre 180 clienti. La Divisione Energy & Utilities serve più di 12 milioni di utenze per un totale di circa 14 milioni di cittadini e oltre un terzo del mercato delle Utility in termini di contatori serviti (esclusi i grandi player quali Enel e Italgas). Questo vuol dire che in Italia circa il 45% dei contatori gas, più della metà di quelli elettrici e il 32% di quelli d’acqua utilizzano soluzioni Engineering. L’Aquilana West L’Aquila, una società spin-offtà diella facoltà di Ingegneria dell’Aquila (Wireless Embedded Systems Technologies, L’Aquila ) è  una società ad alta tecnologia, le cui principali attività riguardano l’area di ricerca, progettazione e prototipazione di prodotti e servizi per l’industria, con particolare attenzione alla rete Wireless Embedded Systems, in particolareWireless Sensors Networks (WSN), che in questi anni ha avuto un evidente sviluppo ed ha posto le basi per importanti partnership con L’università della California a Berkeley ed il Royal Institute of Technology (KTH)di Stoccolma. Ebbene queste società hanno nella nostra regione una valenza molto esigua e non sono adeguatamente riconosciute dalle molteplici ed inutili autority delegate all’innovazione ed allo sviluppo del territorio.

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