Il teramano Mirko Di Filippo: ecco la sua avventura da Villa Petto verso il Nepal a bordo di un ciclomotore “Bravo”
(wn24)-Redazione – Mirko Di Filippo, 33 anni, originario di Villa Petto di Colledara(TE), ha intrapreso un viaggio straordinario che lo sta portando dal suo paese natale al Nepal. Partito ad aprile con un ciclomotore Piaggio “Bravo” modificato, ha già percorso più di 11.000 chilometri e ha ancora circa 5.000 chilometri davanti a sé, tra cui un tratto in Pakistan che dovrà percorrere sotto scorta armata. Il suo è un viaggio che non si limita alla distanza, ma include paesaggi mozzafiato, terre desolate e avventure uniche, che racconta attraverso i suoi canali social.
Un sogno di avventura
Fin da bambino, Mirko ha sempre avuto una spiccata curiosità per l’avventura. “Quando andavo in vacanza nei boschi con i miei genitori, ero sempre quello che si inoltrava senza paura per scoprire cosa ci fosse oltre”, racconta. Questo spirito di esplorazione lo ha portato a lasciare il suo lavoro di progettista meccanico, un impiego a tempo pieno in un’azienda di Bologna, per inseguire il sogno di un viaggio che gli avrebbe permesso di mettersi alla prova e conoscere i propri limiti.
Un viaggio iniziato con coraggio e determinazione
Mirko ha lasciato un lavoro ben retribuito, con uno stipendio di 1.800 euro al mese, utilizzando il TFR accumulato e i risparmi per finanziare la sua avventura. Inoltre, ha avviato una raccolta fondi su GoFundMe e ha trovato alcuni sponsor che lo supportano con sconti sui pezzi di ricambio. Non è stato facile per i suoi genitori accettare la sua decisione: “Sono preoccupati, ma ora condividono anche le mie gioie”, confessa. Nonostante le difficoltà, la sua passione per il viaggio e il desiderio di autonomia hanno prevalso.
Un motorino modificato per l’impresa
Per affrontare i 15.000 chilometri del suo viaggio, Mirko ha scelto un motorino Bravo che ha modificato appositamente per renderlo adatto alle sfide che lo aspettano. “Ho rinforzato le forcelle, messo ammortizzatori più adatti visto che peso 100 chili, aggiunto un impianto per la ricarica USB e creato un kit per attraversare i fiumi”, spiega. Ha anche fatto aggiungere un simbolo dell’Abruzzo sul serbatoio: un arrosticino, piatto tipico della sua terra. La moto è equipaggiata con freni a disco, luci a LED e un serbatoio più grande per garantire autonomia.
Un viaggio all’insegna dell’adattamento
Mirko racconta le difficoltà che ha incontrato lungo il cammino, come in Turchia, quando un problema elettrico ha costretto il motorino a fermarsi sotto il sole cocente a 43 gradi. Senza acqua e con il motore spento, è stato costretto a spingere per due chilometri fino a un paesino. Ma nonostante le difficoltà, il viaggio ha anche regalato momenti indimenticabili, come a Tblisi, in Georgia, dove ha fatto festa con altri viaggiatori provenienti da tutto il mondo, celebrando l’amore per il Napoli e la cultura italiana.
L’incontro con persone speciali
“Le persone che ho incontrato sono state tutte molto amichevoli”, afferma Mirko. In Russia, dove è passato attraverso la Cecenia con un visto di transito, ha trovato molta cordialità: “Al confine, un ufficiale russo mi ha chiesto cosa pensassi della guerra e mi ha dato consigli per il viaggio”. La gente di questi luoghi ha un rispetto profondo per l’Italia, tanto che molti lo conoscono e lo ammirano per la musica di Toto Cutugno, che è diventato quasi un “passaporto” per Mirko durante il viaggio.
Un viaggio social e futuro libro
L’avventura di Mirko è documentata sui suoi canali social, come Facebook, Instagram e TikTok, dove aggiorna regolarmente i suoi follower. Anche se a volte si trova in zone senza connessione internet, cerca di mantenere i suoi contatti e raccontare ogni tappa del suo viaggio. Inoltre, ha intenzione di trasformare la sua esperienza in un libro, scrivendo ogni giorno appunti e raccogliendo materiale video per un futuro documentario su YouTube.
Le difficoltà e le emozioni del viaggio
Mirko non ha nascosto le difficoltà: ha dormito nei posti più strani, da cimiteri a giardini, passando per ostelli in condizioni disastrose. In un’occasione, si è ritrovato in un cimitero in Kazakhstan nel cuore del deserto, dove ha dormito esausto, risvegliandosi con le croci davanti a lui. “A volte sono stato costretto a dormire dieci giorni senza vedere un letto vero”, racconta. Ma ogni difficoltà è stata una lezione di vita, che gli ha insegnato il vero significato della resilienza.
Il futuro e le aspirazioni
Alla fine di questo incredibile viaggio, Mirko non sa ancora cosa farà. Ma una cosa è certa: sarà pronto per nuove sfide. “Ho soldi da parte e un curriculum che mi permetterà di trovare un altro lavoro”, dice. E forse, un giorno, affronterà una nuova avventura, come la traversata della Panamericana, dalla Terra del Fuoco all’Alaska.
Concludendo, il viaggio di Mirko è più di un’avventura fisica: è un’esperienza che segna una svolta nella sua vita, un viaggio che unisce il desiderio di scoperta, il coraggio di affrontare l’ignoto e la passione per la libertà.
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