Marche In…cucina.Dolce autunno della tradizione: Ciambellone e ciamabelline con vino cotto e mosto
Antica la tradizione, soprattutto quella gastronomica. E così i colori delle vigne, i profumi delle uve e i sapori del vino e del vino cotto diventano non solo ingredienti della cultura fondante dei territori, ma anche la base e gli elementi di tante ricette, che rendono protagoniste anche le cucine. Tante le preparazioni possibili, semplici sì, ma della tradizione, facili da realizzare, come il ciambellone al vino cotto. E il vino cotto è buonissimo da bere anche da solo. Piccole dolci tentazioni È questa l’epoca. Si vedono un po’ ovunque: sono nei forni e nelle pasticcerie.
Si trovano al supermercato e tanti le sanno fare pure in casa. Sono le classiche ciambelline, biscottini senza uovo e senza latte, e sono dolcissime. Il numero esatto dipende da quanto le si fanno grandi. Una ventina di ciambelline si ottengono mescolando 60 grammi di zucchero, di vino cotto e di olio. Quando questi tre ingredienti sono stati amalgamati, aggiungere 200 grammi di farina e un cucchiaino scarso di polvere lievitante per dolci. Meglio mescolarli setacciandoli, e poi impastare il tutto fino ad ottenere un composto liscio. Dopo averlo fatto riposare si devono formare tante ciambelline fino ad esaurimento della pasta. Vanno cotte in forno a 180 gradi, per una ventina di minuti circa, dopo averle disposte su una teglia. Buone così, o gustose anche nella versione con granella di nocciola, o mandorla. C’è chi invece del vino cotto usa il mosto o semplicemente il vino: se bianco saranno chiare, se rosso, avranno un colore sul violaceo. E per chi in cucina ama le spezie e gli odori, alle ciambelline piace molto l’anice, che si può aggiungere nella quantità desiderata.
La ciambella di mosto
Si trova ovunque in questo periodo nella Regione. Chiunque è pratico ed ha la passione di impasti e fornelli l’ha fatta almeno una volta: preparare la ciambella di mosto non è difficile, è solo un po’ lungo il procedimento, per cui si consiglia di impastare almeno un chilo di farina per volta. Prendere una parte della farina e mescolarla con un po’ d’acqua e 25 grammi di lievito di birra. Aspettare che questo primo impasto lieviti fino a raddoppiare e poi mescolarlo insieme al resto della farina, a 180 grammi di zucchero, 180 ml di olio e mezzo litro di mosto. Impastare il tutto aggiungendo semi di anice in quantità desiderata, per dare profumo, e quando la pasta è uniforme, formare le ciambelle. Non tutte riescono col buco, è vero, ma per le ciambelle di mosto non è un problema. Sono classiche quelle bucate, ma esistono anche quelle che ne sono prive. Ottime da sole, deliziose con un velo di marmellata (o creme varie spalmabili) e perché no, buonissime biscottate a fette nel forno. E se si dovesse avere problemi a reperire il mosto, si può aggiungere al tempo di lavorazione quello di prepararlo: spremere dell’uva, e poi filtrarla. Se non si usa subito è opportuno bollirlo.
Ecco le tradizioni a confronto